QUELLI DEL PD SCAPPANO OVUNQUE, COME PURE A CASTEL DI SANGRO…
di Luigi Liberatore – Il sindaco di Castel di Sangro non è uno che mette paura. Soprattutto per questioni fisiche. Appare, anzi è, uno di caratura mediterranea nel senso che non ha ascendenze vichinghe e ti intrattiene per strada con familiarità per cui quando vai via ti assale il dubbio: ma è il sindaco di questo paese da quasi dieci anni e da due mandati presidente della Provincia? Poi capisci perché è entrato nel cuore della gente e che di fronte a lui scappano soltanto quelli del Partito democratico o chi non voglia confrontarsi. Lasciate perdere questo approccio e siate generosi con la nostra esigenza di rendere lieve la lettura, ma non sapevamo come iniziare per descrivere la fuga precipitosa degli esponenti della minoranza in seno al Consiglio comunale di Castel di Sangro. Ieri sera all’ordine del giorno proposto dalla giunta municipale c’erano 17 argomenti (brutto numero). Tutti presenti all’appello, compresa l’opposizione (rigorosamente di sinistra), e tutto è filato liscio fino al nono punto senza che dai banchi della opposizione si levasse qualche voce di dissenso. Eppure c’era lì il Bilancio da approvare, il Piano pluriennale delle opere pubbliche, mica stupidaggini: diciamo che sul Bilancio cadono perfino ingenuamente le amministrazioni comunali anche metropolitane. Dal decimo argomento e fino al sedicesimo punto di discussione il drappello rosso si è assentato, per rientrare successivamente ed essere presente fino alla fine. Bè, allora anche il bon ton istituzionale è saltato. L’opposizione ha affermato che l’amministrazione comunale, nella fattispecie, non aveva messo loro a disposizione le carte nei tempi necessari per esaminarle, ed è apparsa subito pretestuosa la scusa che nascondeva (forse) intrecci divisivi interni. Facile per il sindaco smascherarli e dire che fossero fuggiti di fronte a responsabilità singole per ammantare il loro ripiegamento con scuse infantili: O le carte c’erano, o non c’erano. Per quanto emerge dalle circostanze sembra che le carte ci fossero: almeno sotto il nostro punto di vista il contesto burocratico vale il resto di un Carlino, ma si sa che per la Sinistra, quella di nuova generazione, l’apparire vale più dell’essere. In termini politici ci accorgiamo di poter scivolare su un terreno insidioso con la nostra valutazione passionale, per cui vogliamo attenerci alla vicenda che stiamo trattando: Angelo Caruso va avanti con la sua prospettiva per Castel di Sangro e Provincia, mentre registriamo che il Pd fugge in ordine sparso. E mica solo qui a Castel di Sangro!
sinistra allo sbando…inetta,inefficente…inutile..
PD…allo sbando ..anche a Sulmona….dirigenti inutili…impreparati…saccenti…