19ENNE MORI’ CONTRO GUARD RAIL, LA CASSAZIONE ESCLUDE COLPE DELL’ANAS
Il guard rail era a norma e non vi fu nessuna responsabilità da parte dell’Anas sulla morte di Alessandro Santilli, originario di Introdacqua, deceduto a soli 19 anni, in un incidente stradale nel giugno del 2009. Lo hanno deciso i giudici della Corte di Cassazione mettendo la parola fine ad una vicenda che andava avanti ormai da quasi 13 anni. Secondo la famiglia del giovane, la responsabilità della morte di Alessandro Santilli, era invece da addebitare all’Anas e alla tipologia del guard rail presente in quel tratto di strada. Guard rail che in seguito all’impatto, penetrò all’interno dell’auto sbalzando fuori dall’abitacolo il giovane che morì sul colpo. La perizia d’ufficio disposta dal tribunale di Sulmona stabilì che il guard rail contestato non fosse a norma e nonostante ciò, sia il giudice di primo grado che il giudice della Corte d’Appello dell’Aquila diedero ragione all’Anas sostenendo che a causare l’incidente furono l’elevata velocità tenuta dalla vittima e le condizioni di insicurezza del suo veicolo che montava pneumatici con caratteristiche diverse tra loro, come tali idonee a compromettere l’aderenza del mezzo e che la presenza di un guard rail con diverse caratteristiche costruttive, diversa forma o presenza di attenuatori d’urto, non avrebbe evitato l’evento letale. Motivazione che è stata contestata dalla famiglia del giovane che ha proposto ricorso in Cassazione puntando la memoria su sei motivi che però i giudici della Suprema Corte hanno ritenuto o inammissibili o infondati. Un brutto colpo per i genitori e la sorella di Alessandro Santilli che si erano costituiti parte civile nel procedimento contro l’Anas e che tra tra i tre gradi di giudizio dovranno pagare oltre 20 mila euro all’Anas, a titolo di rimborso per le spese legali sostenute.
Commento da vero idiota
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