CI RISIAMO CON IL TERREMOTO, SCUOLE EVACUATE MA GENITORI E ALUNNI NEL CAOS DEL TRAFFICO
E ci risiamo…
A distanza di qualche anno dall’ultima scossa importante, che ha segnato l’Abruzzo,torna a farsi sentire la paura. La scossa di questa mattina ha, non solo riaperto ferite e causato paura tra la gente ma ha anche posto l’accento sul tema della sicurezza,mai abbastanza trattato. Come era prevedibile, una marea di studenti si è riversata nelle aree predisposte in caso di calamità e altrettanti genitori, informati in qualche modo dalle scuole,si sono ritrovati nel traffico congestionato per andare a recuperarli. Situazione, questa, già di suo assurda, qualora fossero dovuti transitare mezzi di soccorso. Ma andiamo al punto nodale: l’evacuazione dalle scuole. In molti casi è stata caotica e disorganizzata e non per colpa delle scuole o degli alunni ma per colpa di una normativa non abbastanza accorta e puntuale.
Al punto 12 del DM 26/08/92 si riporta che devono essere effettuate almeno due prove di evacuazione nel corso dell’anno scolastico con lo scopo di far acquisire più familiarità con le procedure di sicurezza e sapere come comportarsi in caso di reale emergenza. Ma il rischio sismico e il pericolo sono variabili che vanno considerate a seconda dell’area geografica in cui ci si trova e che,nel nostro caso, è tra le più vulnerabili in Italia. Qui la normativa dovrebbe essere diversa e consentire o meglio obbligare le istituzioni,comuni, province e regioni, a investire su esercitazioni più imponenti, più frequenti, in cui gli alunni non sono la fascia debole, o fruitori di mere indicazioni che poi nel momento del panico, spesso si dimenticano. Bisogna arrivare al livello delle scuole giapponesi in cui,dalla scuola dell’infanzia in poi,gli alunni sono attori protagonisti,capaci di gestire la propria sicurezza e le proprie emozioni,ma anche di intervenire e aiutarsi vicendevolmente, non solo per spirito umanitario, ma anche perché capaci di fare le cose giuste. Questo lo aveva messo in evidenza il comitato Scuole sicure, che nacque a Sulmona nel 2016, dopo Amatrice. Dopo vari convegni, incontri nelle scuole con gli esperti del geolab dell’ Univaq,bisognava che si continuasse sulla strada intrapresa della prevenzione e formazione pratica,periodica ma ravvicinata, abbinata a corsi di primo soccorso in caso di emergenza per alunni e non solo per il personale scolastico. Il tutto gestito da istituzioni locali e territoriali,in accordo con le scuole. Ma siamo ancora ben lontani da questo,lontani dal capire che con il terremoto dobbiamo instaurare un rapporto di convivenza e non di “quando capita ci si pensa,tanto capita raramente!” (b.z.)
finche i dipendenti del pubblico impiego no si metto in testa che la frase “questo a me non mi tocca” questo e il risultato.