SCATTA LA STRETTA PER OVER 50 AL LAVORO SOLO CON GREEN PASS RAFFORZATO
Oggi i lavoratori over 50 che non hanno il super Green pass, che si ottiene con la vaccinazione o con la guarigione, saranno sospesi senza stipendio dal proprio impiego fino al 15 giugno, a meno che non si mettano prima in regola. Il Governo ha dato loro oltre un mese di tempo per adeguarsi, anticipando la misura a inizio gennaio con l’obbligo vaccinale per tutti gli over 50. Oggi però l’obbligo del certificato verde “rafforzato” sul lavoro entra in vigore. Per tutti gli altri resta invece l’obbligo di mostrare il certificato “base”, quello che si può ottenere anche con il solo tampone negativo dalla durata di 48 ore se antigenico, 72 ore se molecolare.In Abruzzo sono oltre 37mila i cinquantenni e i sessantenni non vaccinati e quindi potenzialmente non in regola. Al numero bisogna togliere chi è guarito di recente, ma aggiungere chi non ha ricevuto la terza dose: si tratta delle due categorie che hanno un super Green pass a scadenza. Vediamo cosa rischiano e cosa devono fare loro, ma anche i datori di lavoro. L’obbligo degli over 50 di mostrare il super Green pass non vale solo per i dipendenti, ma anche per i fornitori delle aziende e per chi fa volontariato. Senza il certificato verde “rafforzato” non potranno lavorare e saranno considerati assenti ingiustificati. Questa assenza avrà ripercussioni non soltanto sullo stipendio, che verrà congelato, ma anche sulla contribuzione indiretta: verrà condizionato il trattamento di fine rapporto, ma anche la tredicesima, la quattordicesima e persino gli eventuali premi per le presenze. Il lavoratore potrà comunque conservare il proprio contratto fino alla presentazione del super Green pass o fino alla scadenza della misura, per ora prevista per il 15 giugno 2022. Per gli over 50 scoperti senza super Green pass sul lavoro è prevista una sanzione come per quelli under 50 senza Green pass base: una sanzione che va da un minimo di 600 a un massimo di 1.500 euro. Ma in caso di ripetizione della stessa violazione la multa sarà raddoppiata. Da oggi, quindi, i datori di lavoro devono effettuare tre controlli diversi a seconda del tipo di dipendente: quelli con meno di 50 anni devono avere il Green pass base, quelli con più di 50 anni devono avere il “rafforzato”, mentre quelli esenti dal vaccino devono mostrare il certificato medico che attesta la loro esenzione dall’obbligo. I datori devono quindi adeguare l’apparato dei controlli in azienda, incaricando personale specifico che potrà compiere le verifiche anche a campione, ma preferibilmente al momento dell’ingresso in ufficio. Si può continuare ad usare l’app “Verifica C19” che garantisce la massima tutela in termini di privacy per i dipendenti. Se il datore di lavoro non controlla adeguatamente le certificazioni dei suoi dipendenti rischia una multa da 400 a mille euro.Le aziende sono anche tenute a informare personale e fornitori sulle modalità di controllo e sui possibili rischi per chi non rispetta le regole. Nessuna verifica del Green pass è prevista invece per chi lavora da casa, ma solo per i dipendenti del settore privato. Viceversa, per i dipendenti pubblici, non è possibile lavorare a distanza, cioè in smart working, se non totalmente in regola con il green pass.