BLITZ DELLA POLIZIA IN UNA PIZZERIA DI SULMONA DURANTE SUMMIT NO VAX
Controlli della polizia dopo l’arrivo a Sulmona del no vax Marco D’Amato che ha voluto raggiungere Roma, facendo tappa nel capoluogo peligno, per consegnare una proposta al presidente della Repubblica, Mattarella. Sospeso dal lavoro ed ora in procinto di essere licenziato, da Villanova, dove abita, la settimana scorsa D’Amato ha dichiarato di accettare “il ricatto del vaccino”, per poter essere reintegrato nel posto di lavoro, “a patto che il presidente della Repubblica, si assuma “la responsabilità e l’onere, di provvedere alla crescita del proprio figlio minore, nel caso si verificassero reazioni avverse al siero sperimentale, tali da non poter essere più in grado di svolgere una vita normale”. Il no vax in cammino, nella sua sosta a Sulmona, è stato ospite della pizzeria Olivero’s, in corso Ovidio. Durante la cena, con alcuni amici sulmonesi, nel locale è arrivata la Polizia. “A locale chiuso,con saracinesca abbassata, registratore spento, così come le luci dell’insegna e della sala principale, la titolare dell’attività Daniela Colaberardino, mentre rientrava nel locale, dove aveva lasciato gli amici a mangiare per recarsi a casa, per dar da mangiare ai suoi cani, ha notato una pattuglia davanti a Porta Napoli”, racconta la stessa titolare della pizzeria. La donna ha salutato i poliziotti al posto di blocco ed è rientrata nel locale. “Appena arrivata nella sala, ho avuto un sobbalzo, sentendo forti colpi di mano sulla saracinesca, avvedendomi della presenza di un numero considerevole tra agenti e ispettori di polizia – racconta ancora Daniela Colaberardino – Educatamente mi sono avvicinata all’ingresso per chiedere come potessi essere di aiuto e sono stata invitata ad alzare la serranda”. “Sono entrati sei poliziotti, come se avessero colto in flagranza di reato un clan di malavitosi ma subito ho dichiarato che non era possibile effettuare controlli di nessun genere – precisa Colaberardino – perchè il locale era già chiuso al pubblico da giorni, in quel momento era da considerarsi proprietà privata, utilizzato solo per una pizza tra amici”. I poliziotti hanno dato iniziato i controlli del caso ma i presenti hanno rifiutato di dare qualsiasi informazione sul greenpass. A questo punto la tensione sarebbe salita. Ma poco dopo nel locale è giunto lo stesso vice questore Antonio Scialdone. “A quel punto ho chiesto la presenza del gruppo e ho consegnato alla polizia l’atto sostitutivo del comitato internazionale per la tutela dei diritti costituzionali dell’uomo – continua il racconto della donna- Dopo trenta minuti di richieste e spiegazioni da parte dei malcapitati, circa le violazioni che gli venivano contestate, il gruppo di avvocati di supporto agli attivisti in questione, tramite dirette video, mi hanno consigliato di non firmare alcuna dichiarazione e di invitarli ad andare via”. Ma la tensione non si è attenuata, tanto che una crisi di panico ha preso il sopravvento sulla stessa proprietaria della pizzeria. Secondo il racconto della stessa proprietaria, però lasciando il locale il vice questore avrebbe chiesto scusa. Ma l’episodio potrebbe avere sviluppi già nei prossimi giorni, portando ad una contesa giudiziaria tra le parti.