FERROVIA PESCARA-ROMA, POPOLI DEM PRESENTA LA SUA PROPOSTA ALTERNATIVA PER IL NUOVO TRACCIATO
Il Consiglio comunale a Popoli è stato convocato su richiesta del gruppo consiliare di Popoli Democratica sul problema del raddoppio della ferrovia Pescara-Roma ma la convocazione non soddisfa il gruppo di minoranza. “Dopo nostra insistenza il Consiglio è stato convocato per lunedì 14 febbraio alle 16 in presenza, ma a nostro avviso non con il risalto che meritava tale argomento in quanto l’ordine del giorno prevede altri punti in discussione” affermano i consiglieri di Popoli Democratica, che accanto alla critica del progetto di raddoppio della linea ferroviaria presentano una loro proposta alternativa. “Tale Consiglio si sarebbe dovuto svolgere, secondo regolamento, entro venti giorni dalla nostra richiesta, ma il sindaco Santoro ed il presidente del Consiglio comunale Violante non hanno dato seguito al nostro appello, evidentemente non ritenendo di prioritaria importanza un argomento del genere a differenza di quanto stava accadendo in altri comuni della Valpescara” sostiene il gruppo consiliare. “Come gruppo consiliare e come circolo PD di Popoli siamo assolutamente consapevoli dell’importanza di tale opera, ma nello stesso tempo riteniamo che la nostra città debba entrare con forza nella richiesta di revisione del tracciato voluta dai sindaci di San Giovanni Teatino, Chieti, Manoppello, Alanno e Scafa – spiega Popoli Democratica – Il nuovo tracciato taglierebbe completamente fuori la Città di Popoli e la sua stazione e, considerato che siamo interessati da un processo di declino demografico ed economico, restare tagliati fuori da un progetto infrastrutturale di tali dimensioni, significherebbe accellerare un declino che sarebbe inesorabile. Ma il problema più grande è il disastro ambientale che si andrebbe a creare se non ci battiamo per evitare la realizzazione della galleria di 11 chilometri proposta sotto il monte Morrone per l’ingresso in Valle Peligna”. “Il Morrone in realtà costituisce un’importante struttura idrogeologica che con il suo grande serbatoio alimenta sia le sorgenti del Giardino, sia, per sifonamento, la falda solfurea di Popoli, attualmente captata quasi per intero dallo stabilimento delle Terme di Popoli; questo serbatoio esiste in quanto tale perché confinato ad est dal contatto attraverso una faglia inversa con le formazioni argillose adriatiche, mentre ad ovest è delimitato dalle argille, non in affioramento, della Valle Peligna. La galleria in progetto andrà quindi ad attraversare in pieno, da parte a parte, i limiti impermeabili del serbatoio idrico, e lo stesso serbatoio idrico. Le criticità sono facilmente intuibili: un esempio di massiccio calcareo, serbatoio idrogeologico, delimitate da faglie sia ad est che a ovest, è quello del Gran Sasso: anche questo è stato attraversato da una galleria (autostradale) con le conseguenze che tutti conosciamo: impoverimento delle portate delle sorgenti e potenziale fonte di inquinamento di quanto rimane.Per quanto riguarda il Morrone, l’impatto sulla falda, e dunque sulle sorgenti del Giardino e della falda solfurea, è praticamente certo” sottolineano i consiglieri del gruppo. “Esiste anche una criticità sismica, infatti le faglie ad Ovest del Morrone sono faglie attive. E’ probabile un sisma di magnitudo superiore a Mw 5.5 con un tempo di ritorno di 200 anni, questo non significa che il terremoto ci sarà tra duecento anni, significa che certamente un terremoto ci sarà entro duecento anni, anche domani quindi” precisa Popoli Democratica. “Il Gruppo Popoli Democratica presenterà in Consiglio un’idea alternativa di progetto dove nel tratto Alanno – monte Morrone il tracciato ferroviario potrebbe essere lo stesso: infatti presenta le stesse caratteristiche del nuovo tracciato di progetto: un’eventuale velocizzazione potrebbe essere ottenuta rettificando le curve più strette ed eventualmente migliorando l’ingresso e l’uscita dai centri abitati di Scafa e Torre de Passeri. Da Torre de Passeri il tracciato dovrebbe piegare leggermente a Nord, passando in galleria tra Roccatagliata e monte Pietra Corniale; la galleria potrebbe uscire a Valle di Bussi e rientrare in galleria a valle delle Sorgenti del Tirino Inferiore e dietro monte Castiglione, l’uscita in galleria diventerebbe, quindi, quella a Valle delle Sorgenti del S. Callisto. Criticità idrogeologiche, in questo caso, non ce ne sarebbero. Il tracciato andrebbe ad impegnare per intero le formazioni argillose impermeabili che delimitano la struttura calcarea del Morrone e del Gran Sasso. In pratica non toccherebbe nessuna falda. Passando dietro Monte Castiglione interesserebbe le argille che limitano la parte finale della falda del Gran sasso, che alimenta S. Callisto. Anche in questo caso la galleria non toccherebbe acqua. Non si modificherebbero le falde, non si produrrebbe inquinamento. Le uniche faglie che verrebbero toccate sono faglie inverse, non attive, dunque non sismiche. In ogni caso la galleria passerebbe sempre a Valle delle Sorgenti .In questo modo il nuovo tracciato della ferrovia non escluderebbe la nostra Città e la sua stazione e non lascerebbe senz’acqua i cittadini della Valpescara” conclude Popoli Democratica.
Le osservazioni proposte da Popoli Democratica sul tracciato del raddoppio Roma-Pescara appaiono ragionevoli! Tengono in adeguata considerazione i rischi ambientali, sismici e urbanistici di un territorio particolarmente delicato per i suoi equilibri.
Purtroppo già nel secolo scorso tale area è stata abbondantemente maltrattata con gravi danni ambientali e sanitari per i cittadini interessati, soprattutto nel comune di Bussi.
Per cui la classe politica dirigente di tutto il territorio deve farsi carico di tale situazione, proponendo soluzioni adeguate al rispetto ambientale e contemporaneamente alle esigenze dei cittadini residenti.