GIULIANTE SE NE VA IN AUTOBUS E I SINDACATI RESTANO A PIEDI
di Luigi Liberatore – Gianfranco Giuliante è esposto a tutti i venti; di lui si può dire tutto e il contrario di tutto, ed è stato detto, in verità, ma senza tuttavia scalfirne la vera essenza: quella cioè di un politico che sa interpretare tempi, uomini e situazioni. Non sarà elegante, nel senso che non gioca di fioretto, ma è un amministratore che ha fiuto e che va sul concreto. Ha girovagato, è vero, passando (politicamente) più linee di demarcazione, attraversando diversi checkpoint, rischiando il naufragio spesso ma dovunque si sia posato ha fatto pesare la sua mano di amministratore ruvido ma efficace. D’altronde chi di questi tempi può dirsi “fedele”? Secondo noi solo l’Arma dei Carabinieri. Ma non è questo il tema che vogliamo svolgere pensando a Giuliante, ci interessa piuttosto la polemica in atto all’interno di TUA, l’azienda regionale abruzzese di trasporto pubblico, di cui appunto Giuliante è presidente del consiglio di amministrazione, sulla assunzione di altro personale e innescata dai sindacati. L’azienda si appresta a pubblicare il bando pubblico per coprire con oltre cento unità quella voragine che si è aperta nell’organico a seguito dei pensionamenti, ed ha annunciato la selezione per immettere altre figure tramite varie formule come la stabilizzazione e l’apprendistato. E il sindacato che fa? Polemizza; prima accetta il programma formulato dall’azienda, poi eccepisce il sistema che si vuole adottare col rischio di far fallire l’opportunità vera e concreta di arrivare alle assunzioni. E’ però un groviglio al cui interno è difficile districarsi o muoversi se non si hanno quelle categorie di mediazione che al momento sembrano sfuggire a un sindacato (vecchia maniera) cui piace battere le strade bizantine dei distinguo piuttosto che legarsi alla realtà. Cosicchè Gianfranco Giuliante sale in cattedra e annuncia che sui “suoi” autobus ci sarà presto nuovo personale, mentre lascia a piedi i sindacati a discutere sulle formule