OLIO, COME ORIENTARCI NELL’ACQUISTO

A tutt’oggi, la situazione non è del tutto tranquillizzante per i consumatori che pensano di mettere nel carrello una confezione di olio extravergine di oliva (EVO): non sempre quanto riportato in etichetta non corrisponde al prodotto acquistato. Ad affermarlo è l’autorevole rivista “il Salvagente” che ha effettuato l’analisi a 15 marchi diversi di oli d’oliva, e in sette casi su quindici i risultati hanno tradito le aspettative. Dovremmo imparare dai tedeschi, che effettuano test random nei supermercati e se l’olio non ha più le caratteristiche (EVO) lo ritirano dal commercio. Nell’articolo di Enrico Cinotti si evidenzia che non c’è un pericolo per la salute, si tratta però di frode commerciale. Noi ci limitiamo a riportare quanto pubblicato sulla rivista del maggio 2021.

I limiti di legge sono i seguenti: Acidità: inferiore a 0,8Perossidi: inferiori a 20 meq O2/kgEsteri etilici: inferiore a 35 mg/kgPolifenoli totali: sopra 300 mg/kg è possibile dichiarare in etichetta il claim salutistico.

Pesticidià Fosmet: inferiore a 15 mg/kgtrifloxistrobina: inferiore a 1,5 mg/kgdifenoconazolo: inferiore a 10 mg/kg.

Per essere classificato  extravergine l’olio, per legge, deve rispettare alcuni parametri chimici  e  superare  la  prova  organolettica.  L’acidità  è  un  indicatore  della  qualità del prodotto e dipende dallo stato della drupa: se è stata rovinata daagenti atmosferici o perché stoccata male; in questi casi darà una maggiore acidità. Un’extravergine di qualità eccellente avrà un’acidità tra lo 0,1% e lo 0,3%. Gli oli qui riportati  rispettanotutti questo parametro: da un minimo di 0,27% (Bertolli e Primadonna) a un massimo di 0,48 (Coop).

Perossidi devono essere inferiori o uguali a 20; valore espresso in milliequivalenti di ossigeno per chilo di olio (meq O2/kg). I perossidi indicano lo stato di ossidazione dell’olio, rispecchiando il suo invecchiamento e l’eventuale tendenza all’irrancidimento. I campioni di olio sotto riportati sono tutti  conformi e alcuni prodotti hanno un concentrazione  molto  bassa  (Monini  e  Carrefour)  mentre  altri  si  avvicinano al  “tetto”  previsto  (La  Badia-Eurospin, Coricelli e Primadonna-Lidl).

.Dehp e altri ftalati cercati negli oli del test, sostanze plastificanti usate per rendere  più  “morbidi”  i  polimeri,  sono interferenti endocrini: sostanze capaci di alterare  il  normale  funzionamento  ormonale.  valori rilevati nei nostri campioni sono più bassi (il più alto – nell’olio Esselunga – arriva a 0,591 mg/kg). 

I  residui di  pesticidi  riscontrati  sono  ampiamente  al  di  sotto dei  limiti  di  legge  previsti e solo in un caso (Carrefour) è statariscontrata la presenza di tre molecole contemporaneamente. Il difenoconazolo (possibile cancerogeno per l’uomo) e la trifloxistrobina sono dei fungicidi. Il fosmet (sospetto mutageno) è un insetticida.

La prova d’assaggionel caso dell’olio, assume importanza perché questo prodotto, oltre a rispettare tutti i limiti di legge previsti per le prove chimiche, per essere etichettato extravergine deve essere  privo  di  difetti  organolettici. Ad esempio, un   difetto   di  riscaldo/morchia (olio Todis  e  De  Cecco)  è  caratteristico  dell’olio ottenuto da olive ammassate e/o conservate in condizioni tali da essere state esposte a fermentazione. Il rancido (riscontrato per il Carapelli) si avverte quando l’olio ha subito un processo ossidativo intenso.  La muffa/umidità (oli EurospinCirio,  Coricelli,  Colavita)  è  il  difetto  caratteristico  dell’olio  prodotto  da  frutti  nei  quali  si  sono sviluppati abbondanti funghi e lieviti per essere  rimasti  ammassati per molti giorni e in ambienti umidi.