“PETROLIO”, IL GIALLO DEL SUICIDIO DEL GENERALE CONTI NEL DRAMMA TEATRALE DEL REGISTA PESCE
Di petrolio si muore? E’ l’interrogativo che segna il dramma teatrale “Petrolio”, prodotto dall’attore e regista lucano Ulderico Pesce. Un interrogativo che ripropone attenzione sul suicidio del generale sulmonese Guido Conti, ritrovato cadavere nel novembre del 2017 e di Gianluca Griffa, trovato impiccato in un bosco in Piemonte. In un post sul suo profilo social l’attore e regista scrive Griffa e Conti “sono i capi della protezione ambientale dell’Eni e della Total in Basilicata, dove insiste il giacimento petrolifero più grande dell’Europa continentale. Il primo, Gianluca Griffa, impiccato in un bosco in Piemonte, aveva più volte scritto all’Eni di gravi perdite di petrolio nei pressi della Diga del Pertusillo dove si raccoglie acqua che poi beviamo in Basilicata, Campania e Puglia. Il secondo, Guido Conti, ex generale dei carabinieri, si sarebbe sparato in macchina a Sulmona, ma aveva più volte comunicato alla Total problemi ambientali nel giacimento lucano di Corleto Perticara”. “A distanza di anni l’Eni è indagata per disastro ambientale, proprio per i fatti denunciati da Griffa. Gli scienziati hanno certificato che nella Diga del Pertusillo effettivamente ci sono presenze di idrocarburi. E i lucani, campani e pugliesi che bevono quell’acqua nei rubinetti delle loro case? Non sanno nulla. Allora informiamoli noi” prosegue Pesce. “La stampa nazionale non ne parla. Allora divulghiamo ai nostri amici campani, pugliesi e lucani. E al resto dell’Italia comunichiamo che è tanto strano che i due capi della sicurezza ambientale di Basilicata si suicidino dopo aver scoperto e denunciato i danni creati dal petrolio sulla salute umana e sull’ambiente. Chi crede al suicidio? Aiutatemi a divulgare. Nel mio spettacolo Petrolio parlo di tutto questo e di come si muore di petrolio” conclude l’attore e regista lucano. Petrolio, scritto e interpretato da Ulderico Pesce, prodotto dal Centro Mediterraneo delle Arti, è stato presentato in prima nazionale al Teatro Argentina di Roma, nel settembre scorso, all’interno del progetto “Ritratto di una Nazione”, ideato da Antonio Calbi, voluto dal Ministero della Cultura, per la regia di Fabrizio Arcuri. Nove regioni d’Italia raccontano “il lavoro” e ciò che oggi le contraddistingue. Gli interpreti coinvolti nel progetto, tra i migliori attori del teatro italiano, sono Michele Placido, Giuseppe Battiston, Maddalena Crippa, Marco Martinelli, Ulderico Pesce e altri. Petrolio narra innanzitutto la bellezza mozzafiato della Basilicata, fatta di boschi millenari, mare, calanchi, paesini bellissimi arroccati a strapiombo su fiumi o distese di grano, ma narra anche del giacimento più grande dell’Europa continentale collocato in Basilicata tra Viggiano e Corleto Perticara. Ulderico Pesce narra il petrolio lucano partendo da un personaggio, Giovanni, che lavora come addetto alla sicurezza dei serbatoi esterni del Centro Olio di Viggiano, e vive con la moglie e la figlia Maria in località Le vigne, di fronte alla fiamma dell’impianto Eni che da decenni brucia pericolosissimo H2S nell’aria. Giovanni scopre che uno dei grandi serbatoi esterni ha una grossa buca dalla quale fuoriesce petrolio che si disperde sotto terra. Ha paura di parlare, di perdere il lavoro. Dopo mesi vede che il petrolio, camminando sotto terra, è arrivato alle porte della Diga del Pertusillo, un bacino artificiale che raccoglie acqua da utilizzare a scopi idrici in Puglia e nella stessa Basilicata nel Metapontino. Giovanni fotografa una enorme chiazza di petrolio nella diga ma continua a non dire nulla per paura di perdere il lavoro e delle reazioni dei suoi compagni di lavoro… prevarranno su Giovanni le logiche della conservazione del lavoro o quelle di conservazione della salute?
Sono stato sempre convinto che non si trattasse di suicidio.Il generale era una roccia non avrebbe mai fatto una cosa del genere.