ORA BASTA CON L’EDILIZIA, PENSIAMO ALL’OSPEDALE
di Luigi Liberatore – Non è un’accusa, nemmeno un rimprovero. Non per chi ha preceduto questa amministrazione, men che meno per chi sta amministrando adesso. Pensiamo che la città di Castel di Sangro sia vicina ormai alla saturazione di case ma sempre più lontana dai servizi, perché quella legge spregiudicata del mercato immobiliare ne sta seviziando le reali disponibilità. Qualche decennio fa c’è stato un arguto sindaco, e non ci tiriamo indietro nel nominare Siro Pietro Gargano, che ha dato una svolta epocale a quel centro semi agricolo-rurale che rappresentava il capoluogo sangrino per tutto il circondario, facendone un polo di attrazione. Porta il suo nome lo sviluppo vorticoso, spesso irrequieto, di Castel di Sangro che sotto la sua guida politica si scrollava di dosso i vincoli angusti di una appartenenza periferica. Portano il suo nome le opere fondamentali della rinascita sangrina che ci pare davvero superfluo sottoporre ad un arido elenco. Fu il boom per tutti, indigeni e immigrati, che non coinvolse tuttavia il declino politico e amministrativo dal quale fu purtroppo avvolto Gargano. Ma il meccanismo era stato avviato, e salvo qualche riposo meditativo imposto dal “religioso” sindaco Fiocca, Castel di Sangro ha continuato la sua corsa sfrenata sostenuta dall’attuale primo cittadino. Angelo Caruso viene da un quinquennio esaltante, sia per sé che per la città, e con il laticlavio della avvenuta riconferma di sindaco e presidente della Provincia. Ecco, proprio perché i tempi sono maturi per arginare questo flusso inarrestabile di un mercato cinico quanto spregiudicato nel nome della crescita, diciamo ad Angelo Caruso: BASTA! Castel di Sangro, secondo una nostra umile considerazione, ha raggiunto i margini estremi della sua espansione edilizia. Forse li ha addirittura superati in rapporto alla sue capacità di erogazione dei servizi: parliamo di disponibilità idriche e di controllo del territorio, dimenticando che la sanità pubblica territoriale e soprattutto l’ospedale non hanno avuto le attenzioni necessarie. Anzi, l’ospedale è stato emarginato nella mappa delle considerazioni territoriali se non dato in pasto come merce di scambio. Medici, professionalità sanitarie, interi reparti sono stati soffocati nel silenzio mentre si ergevano palazzi e interi quartieri. Se non si pone un freno a questa corrente, che diciamo coinvolge interessi piccoli e grandi e verso la quale ci vuole davvero coraggio e lungimiranza per opporsi, l’intero territorio è destinato al declino. Avremo acqua razionata e una medicina da favelas se si continua in questa modo. Forse assistenza religiosa più presente, quella sì, perché non risponde alle sfrenate logiche di mercato. Ma questo discorso è indirizzato soprattutto all’attuale sindaco Angelo Caruso al quale attribuiamo sensibilità umane e squisita capacità amministrativa. Vorremmo passare per lui, cui ci lega una amicizia disinteressata, come Tommaso Campanella, non per cultura e rigore di pensiero, ma per il soprannome col quale apostrofavano il filosofo: “squilla”. Ecco, diciamo a Caruso: meno appartamenti per Castel di Sangro ma più difesa per l’ospedale.
La legge spregiudicata….. è stata applicata da chi per acchiappare i voti ha tolto l’ICI… cosi’ i Comuni rimasti senza soldi,sono stati costretti a fare concessioni edilizie scriteriate…. è bene ricordare queste cose…