LA LEGA NON TRASCURI L’ADDIO DI DONATELLI
di Luigi Liberatore – Non è un semplice arrivederci quello dato da Roberto Donatelli. E’ praticamente un atto di accusa bello e buono nei riguardi della Lega che, distratta dai giochi e giochetti nazionali di potere, perde intanto un sostanzioso pezzo di territorio. Il consigliere comunale di Pescocostanzo, componente dell’esecutivo regionale del partito di Matteo Salvini, si è dimesso mica sbattendo la porta, circostanziando invece la sua uscita con motivazioni esclusivamente di carattere politico-gestionali. Innanzitutto vanno rimarcate a favore dell’eclettico imprenditore del Centro Abruzzo due cose: primo, che le dimissioni le ha date e poi le ha annunciate, rompendo così un rituale tutto nostro; secondo, non si è comportato come quelle prime donne che abituate al proscenio vengono relegate poi ai palchetti. No. Roberto Donatelli ha detto chiaramente che la Lega abruzzese è animata solo da buoni propositi e proclami di lusso ma che poi non concretizza, privilegiando immagini di facciata a una vera programmazione politica. E’ la mancanza di obiettivi che ha indotto Roberto Donatelli a lasciare il partito più che risentimenti personali, tanto è vero che traspare dalle sue dichiarazioni la tristezza per la noncuranza da parte delle Lega dei territori interni dell’Abruzzo e che semmai porge una occhiata di benvolere alla costa. Ma senza tanto impegno, par di capire dalle parole di Donatelli, che esce dall’esecutivo regionale della Lega da buon ex democristiano. Non ci sono nomi nel suo “J’accuse”. Ci sono tuttavia richiami alla stessa Lega affinchè si impegni nel suo ruolo di cerniera tra politica e istituzioni, a confrontarsi con la gente e a sostenere le iniziative pubbliche e private per indirizzare, sostenere e sorvegliare la ripresa economica. Le aree interne, dice Donatelli alla Lega, possono fare la differenza e colmare il divario tra Nord e Sud. Intanto l’ex democristiano, transitato poi in Forza Italia se ne va. Senza far rumore. Però la Lega non trascuri il suo messaggio, per quanto residuale possa apparire. Le frane gigantesche iniziano sempre col rotolare di un piccolo sasso.
A mio vedere non e’ altro che un classico j’accuse di mancanza di peso nelle varie frange territoriali, dove il C.A. risulta essere sempre perdente nelle “spartizioni”, chiaramente evidenziate nel comunicato “costa vs interno”. La sua defezione credo non comporti chissà quale dissesto interno essendo uno dei tanti componenti dell’esecutivo regionale il cui peso nell’esserci o no e’ totalmente diverso che nell’appartenere alla segreteria politica regionale e le differenze non sono da poco, come contano ben poco le ex casacche in precedenza indossate.