IL DIARIO DI SOLIMO: 11 GIUGNO 1610, CITTA’ “BORGHESE” A POCO PREZZO
Fabio Maiorano – Alla morte dell’ultimo discendente dei Lannoy (1604) la città di sulmona tornò nelle pertinenze del demanio e poco dopo fu venduta a Matteo di Capua, principe di Conca; tuttavia, il re di Spagna Filippo III non ratificò quell’atto e, per ingraziarsi il papa Paolo V, al secolo Camillo Borghese, concesse sulmona – a condizioni vantaggiosissime – a Giovanni Battista Borghese, fratello del pontefice, che però si spense prima di prendere possesso della città. La vendita fu così “girata”, con atto notarile stipulato l’11 giugno a Roma, in favore di Marcantonio Borghese, figlio di Giovambattista che, con la modesta somma di 51.000 ducati, acquistò il principato di Sulmona, col suo territorio, distretto, canali e vassalli. Di fatto, Sulmona e i sulmonesi ebbero una valutazione obiettivamente scarsa, anzi si può dire che quella vendita fu autentico “regalo” fatto dal re spagnolo ai nobili Borghese, come dimostrano ampiamente un paio di vendite concluse in quegli stessi anni: nel 1591, donna Camilla Perelli, sorella di papa Sisto V, comprò la contea di Celano per 165.000 ducati (tre volte il prezzo pagato per Sulmona) e la baronia di Pescina per 147.500 ducati. La famiglia Borghese mantenne la signoria sulla città di Sulmona per quasi due secoli, fino al 1804, quando Giuseppe Bonaparte decretò la fine della feudalità.