CENTRALE SNAM, SINDACO DICE NO A RICORSO AL TAR CONTRO CONCESSIONE AIA

Ai comitati ambientalisti che questa mattina chiedevano all’amministrazione comunale una decisione per il ricorso al Tar, contro la concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale, da parte del Ministero della Transizione ecologica, il sindaco Annamaria Casini risponde affermando che “si ritiene che la strada da percorrere sia di tipo politico più che legale amministrativo che dovremmo percorrere in solitudine sottraendo ulteriori importanti risorse alla collettività per un nuovo infruttuoso ricorso”. Dunque non ci sarà ricorso al Tar, come auspicato dagli ambientalisti.  “E’ ora che la politica nazionale esprima apertamente la propria strategia energetica, mettendosi al pari delle altre nazioni europee, abbandonando piani e progetti obsoleti e devastanti per il nostro patrimonio ambientale e conflittuali con processi di sviluppo sostenibili e responsabili” precisa Casini, ribadendo quindi la netta contrarietà al progetto di centrale Snam. “Siamo da sempre contrari alla realizzazione del Metanodotto e della Centrale di compressione gas a Sulmona, come abbiamo sempre ribadito fattivamente in questi cinque anni di mandato, conducendo l’annosa battaglia con ogni mezzo, su tutti i fronti e in tutte le sedi: dai ricorsi giudiziari (ben due portati avanti con numerosi sindaci del territorio) ad atti e istanze nelle sedi ministeriali e nelle Conferenze dei Servizi, al fianco dei cittadini, delle associazioni e di un intero territorio, esprimendo in varie forme il dissenso, in manifestazioni, convegni, ripetuti incontri anche presso il Governo, riconsegnando anche la mia fascia tricolore – conclude il sindaco – coinvolgendo le istituzioni locali, l’Ingv, chiedendo sospensione AIA, contestando la VIA datata 2011 e chiedendo la riapertura del procedimento  e l’avvio della procedura di VAS/V.INC.A. Non ci siamo mai arresi e continueremo a dire No come abbiamo fatto finora, come pochi Enti stanno ormai facendo, ma in questo momento la palla è solo in mano al Governo che, nell’epoca della transizione ecologica, deve investire risorse su impianti innovativi nell’ottica di uno sviluppo sostenibile e, dunque, modificare la sua politica energetica bloccando l’insediamento, per il rispetto dell’ambiente e la sicurezza della collettività, nel rispetto della volontà del territorio e della sua vocazione”.