I MIEI INCONTRI CON FRANCO BATTIATO
Antonio Ranalli – Non ci sono parole per esprimere il vuoto che lascia Franco Battiato. Per me è stato uno dei miei fari guida. Innumerevoli le occasioni in cui l’ho incontrato. Ricordo ancora il primo concerto: Giulianova, 12 agosto 1997, tour de “L’imboscata”. Fu un’avventura raggiungere il Parco Chico Mendes. Ci andai con un ragazzo di un paese vicino Sulmona conosciuto praticamente il giorno prima. Poi sempre in giro a seguirlo (ricordo la tappa del tour di Gommalacca a Pescara con Giovanni Pitassi e Luca Di Ianni e sul treno c’era pure una persona importante per me che avrei conosciuto solo qualche mese dopo). Prima intervista in occasione di una mostra di suoi quadri a Roma. Erano opere particolari, caratterizzate dalle dorature. “Sono legato alle dorature per un fatto estetico”, mi disse, “per un senso di pulizia visiva. Su questo impasticcio le mie immagini”. Poi con l’uscita dei suoi primi film venne anche a Sulmona la mia città in occasione del Cultura Sulmonacinema (da cui sono tratte alcune delle foto da me pubblicate). Al direttore artistico di allora Roberto Silvestri e al presidente di quel periodo Patrizio Iavarone gli va riconosciuto di aver portato un grande. Per me fu una Pasqua. Non mi sembrava vero. La prima volta gli feci un’intervista che gira ancora in rete che titolai “Mi piacciono ancora le scelte radicali”, dove parlò pure della sua partecipazione alla “Festa del Tricolore” di Alleanza Nazionale. Poi nel 2005 una svolta professionale per me. Venni inviato il 21 luglio 2005 al Premio Luchetta di giornalismo a Trieste e che andava in onda su Rai 1. Senza di lui probabilmente non ci sarei andato. Mi ricordo ancora il viaggio in aereo: lui e Manlio Sgalambro erano seduti davanti a me e a Devis Di Cioccio E invece lì è capitata la svolta professionale della mia vita, che mi ha fatto conoscere Federica e Laura e tante persone della Rai e che mi hanno portato a entrare nel mondo in cui sono ancora oggi. Per questo devo molto a Franco Battiato (al pari di Beppe Carletti dei Nomadi). Poi l’ho incontrato tantissime volte e visto in numerosi concerti. Mi piace ricordare quando il 22 febbraio 2012 ha ricevuto a Novellara (Reggio Emilia) il “Tributo ad Augusto Daolio” in occasione del Nomadincontro ed è salito sul palco con i Nomadi Official Group In quella giornata io ho presentato anche il mio libro sull’album “Gente come noi” (relatori Stefano Senardi e Fausto Pirito che hanno avuto molto a che fare con il Maestro e i Nomadi): Alessandra Sacchetta aveva documentato tutto per Rainews.it. E’ curioso come i mondi dei Nomadi e di Battiato seppur musicalmente distanti si sono incrociati nelle mia vita: il parco Chico Mendes luogo del mio primo concerto (come la canzone “Ricordati di Chico” dei Nomadi), l’amore per la pittura che univa Augusto Daolio e Franco Battiato (che più volte aveva espresso apprezzamento per lo stile di Augusto pittore) e la partecipazione al Nomadincontro. Caro Maestro, come vi avevi detto tanti anni fa sarò “sempre fedele alla linea”. P.S. Le foto qui pubblicate sono state in parte realizzate dal Maestro Claudio Lattanzio.