BENEDETTO SIA IL GIRO D’ITALIA

 

di Luigi Liberatore – Armando Cougnet e George Marshall: come Carneade. Il terzo lo conosciamo per via di Alessandro Manzoni, meglio, per via dei Promessi sposi. Un filosofo minore la cui gloria pare destinata alla immortalità più grazie alla citazione dello scrittore italiano che alla sua teoria sullo scetticismo. Il secondo, un generale americano, anzi, capo di stato maggiore dell’esercito, grande stratega non sul campo ma in fatto di organizzazione. La sua fama resta ancorata al Piano di aiuti per l’Europa varato all’indomani della seconda guerra mondiale e i cui benefici ancora non si sono spenti. Il terzo fa onore alla categoria giornalistica italiana ancorchè relegato nel silenzio, nonostante, e forse inconsapevolmente, abbia anticipato le idee di Marshall. Che c’entra tutto questo, direte voi. Armando Cougnet è stato l’ideatore del Giro d’Italia, patron della gara ciclistica dal 1909 per quaranta anni fino a che lasciò il testimone a Vincenzo Torriani, altro grandissimo manager di una Italia in cammino. Già, il Giro d’Italia. Non c’è angolo, non una stradina, nemmeno una piazza d’Italia che nell’arco di oltre un secolo sia stata rifatta, oppure rimodellata, ovvero “rinfrescata” grazie all’arrivo della corsa ciclistica. Ecco perché io penso che il Giro d’Italia rappresenti per tutto lo Stivale una specie di Piano Marshall a lento rilascio. Ogni anno si rifà il manto stradale di tracciati seminascosti, o la segnaletica di periferie abbandonate, o il lastricato di piazze di città e paesini mica per l’impegno di amministratori distratti e politici disattenti. No. Solo perché passa il Giro d’Italia. E ogni anno la corsa benedice paesini sconosciuti come città d’arte, facendo piovere finanziamenti inattesi e aprire improbabili cantieri. Sicchè l’Italia rinasce ogni anno grazie all’idea avuta da un giornalista (altra statura rispetto alla nostra) appassionato di bici e nemmeno fortunato come Carneade. Basta guardare cosa succede a Castel di Sangro, sede di partenza della nona tappa di questo Giro d’Italia, dove lastricati marmorei hanno preso il posto di malmessi porfidi, il malinconico centro storico è stato riconsegnato alla speranza e la statale 17, la vecchia strada dei lanieri, pare un’autostrada. Insomma, il Giro ciclistico rimette ogni anno l’Italia sui pedali!