NON E’ ABBASTANZA SCOMODO
Alessandro Lavalle – La verità è un concetto labile, che ci sfugge ma che al contempo è sempre presente, accanto a noi, che ci guida. La verità è una costante, è figlia dei fatti, della legge della causa e dell’effetto, è – in senso biblico – generata e non creata; la verità è la pietra su cui viene scritta la storia, indelebile ed eterna; tuttavia la verità è, come del resto ogni cosa nel cosmo, relativa: dipende dai punti di vista.
La ricerca della verità è sempre stata tutt’altro che semplice; la varietà di voci e sensazioni uniche che compongono la verità collettiva rende assai ardua l’individuazione di una realtà che sia al 100% oggettiva. Parrebbe invece che oggi, grazie alla massificazione delle informazioni, si sia arrivati ad una apparente verità collettiva. Questo senso di bovina accettazione di una singola verità, deriva dalla fiducia cieca che diamo a coloro che hanno deciso questa realtà tanto per cominciare; si tratta di persone che, per fini ignoti, massificano la verità: questo è un fenomeno figlio dell’età del consumismo in cui viviamo, dell’età dell’ipocrisia che segretamente continua ad esistere e perturbarci.
E’ facile accettare una verità generalmente approvata, mettersi in coda, “seguire il capo”, senza doversi schierare, senza dover dibattere questa verità: risulterebbe impopolare e assai dispendioso.
Purtroppo la verità, da dizionario, non è un abito di tessuto pregiato, che calza sempre a pennello, un abito che noi comodamente indossiamo con abitudine; anzi: è una corazza dura e fredda, spigolosa, scomoda, che ti ferisce e non chiede perdono; una corazza che ci sostiene e ci protegge.
La verità è di per sé un concetto oggettivo che assume valenza soggettiva nei limiti che permettono i fatti che la sostengono; per questo l’unica vera certezza è che è la verità a plasmare noi, non il contrario.