FURBETTI DEL CARTELLINO, IL DIPENDENTE LICENZIATO CHIEDE I SOLDI AL COMUNE
Il Comune di Sulmona non impugna la sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Sulmona e il dipendente Stefano Pezzella ora batte cassa. Infatti il giudice Alessandra De Marco, con sentenza del 31 marzo scorso ha dichiarato illegittimo il licenziamento del dipendente comunale per inerzia dell’ente Comune, perché il provvedimento disciplinare è stato avviato a tempo scaduto. La sentenza quindi è ora definitiva ed esecutiva. L’avvocato Alberto Paolini, che ha assistito il dipendente ora in pensione, ha già presentato istanza per il pagamento delle spese legali e per il risarcimento che il Comune dovrà versare a Pezzella. Un risarcimento che consiste in quattro mensilità che Pezzella non ha percepito prima del collocamento a riposo: 4.500 euro, ai quali vanno aggiunti i contributi previdenziali ed oltre 6000 euro di spese legali. Nel testo dell’ordinanza il Tribunale rimarca l’inerzia del Comune che ha reso il provvedimento disciplinare illegittimo. “E’ in atti la prova che a far data dal 18 maggio 2017, a seguito di richiesta inoltrata in data 16 maggio 2017, l’Upd del Comune di Sulmona, su esplicita richiesta del dirigente, è stato messo nella piena disponibilità degli atti del procedimento penale” scrive il giudice De Marco.“La contestazione disciplinare è stata elevata a seguito dell’effettiva acquisizione di copia dei documenti del fascicolo penale avvenuta in data 18 novembre 2018, a seguito di una seconda richiesta di autorizzazione alla consultazione del fascicolo penale pervenuta presso la Procura della Repubblica in data 9 novembre 2018. Ne consegue che, per effetto dell’inerzia che a partire dal 18 maggio 2017 si è protratta sino al 9 novembre 2018 ed a cui ha fatto seguito la contestazione dell’addebito al ricorrente in data 28 dicembre 2018, l’ente al momento dell’irrogazione della sanzione disciplinare, era decaduto dal relativo potere, essendo decorso il termine perentorio per l’avvio del procedimento disciplinare. Di qui l’illegittimità del licenziamento irrogato in data 26 marzo 2019”. Le indagini sui cosiddetti “furbetti del cartellino” venne condotta dalle Fiamme Gialle, con sviluppi davanti alla Corte dei Conti e l’esito di sette condanne e undici proscioglimenti. Resta in piedi il procedimento penale, con sei dipendenti a processo.
Ma io un po’ di vergogna, fossi in quel dipendente, la proverei.
Non è stato assolto perché non colpevole, ma solo perché decorsi i tempi utili.
Se tanto mi dà tanto hai frodato sei stato graziato e vuoi pure essere risarcito? Almeno abbi il buon gusto di uscire di scena in silenzio e a testa china.
Un po’ di vergogna, ci vuole un po’ di buona e sana vergogna.
Nulla da dire sulla perfetta inefficenza di questa amministrazione casini..i conti tornano sempre a favore degli inefficenti…,i soldi che fuoriescono..sono sempre i nostri purtroppo…che tristezza…