“SIA RESTITUITA LIBERTA’ AGLI ANZIANI OSPITI DI CASE DI RIPOSO”, GRIDO DI DOLORE DEI FAMILIARI VERSO GOVERNO E REGIONE

E’ ora che governo e Regione restituiscano libertà di movimento agli anziani ospiti delle case di riposo. A chiederlo a gran voce sono i familiari di anziani accolti nelle strutture di assistenza della Valle Peligna. “Da marzo dello scorso anno i nostri anziani sono obbligati a non vedere i familiari e soprattutto a non poter uscire dalle case dove sono assistiti” ricordano i familiari. Alcune strutture si sono adoperate per limitare i gravi disagi imposti dalle norme anticoronavirus, dando agli anziani la possibilità di un contatto con i familiari, attraverso i mezzi telematici. Ma è chiaro che pochi anziani hanno dimestichezza con questi mezzi. “Per questo, nonostante tutta la buona volontà di chi dirige le strutture, i nostri genitori e nonni nelle case di riposo avvertono tutto il peso della mancanza di vicinanza dei loro affetti – proseguono i familiari – peraltro chi non ha alcun familiare, già costretto alla solitudine, viene privato del contatto con l’esterno, fino ad un anno fa possibile con qualche ora di passeggiata in città, per incontrare e vedere altre persone”. Un’ordinanza della Regione, nel giugno 2020, aveva dato possibilità ai familiari di incontrare i congiunti, sia pure con tutte le precauzioni anticovid. Ad ottobre scorso anche questa possibilità, con nuova ordinanza regionale, è stata di nuovo impedita, per il riaccendersi di focolai del virus. Da quel momento nessuna disposizione normativa, nè dello Stato, né della Regione, ha posto attenzione alla condizione degli anziani assistiti in strutture. C’è stato invece un continuo rimpallo di responsabilità tra Regione e strutture. “Adesso però quasi tutti i nostri anziani sono stati vaccinati e non si comprende come mai nessuna istituzione fa minimo cenno alla possibilità di cominciare a riaprire le porte delle strutture – concludono i familiari – ci auguriamo che le autorità che hanno potere abbiano a cuore una soluzione, restituendo libertà ai nostri anziani e restituendoli alla socializzazione, che soprattutto in età avanzata, è indispensabile per non finire i propri giorni in un’atmosfera malinconica”.