E’ MORTO DOMENICO DI CIENZO, IL “RE” DEL FERRO BATTUTO

La sua ultima opera, tra tante che la maestria e abilità delle sue mani riuscirono a creare, fu la statua di Ovidio, preparata per il Bimillenario Ovidiano, poi inaugurata nelle vicinanze di Porta Pacentrana. Oggi è morto Domenico Di Cienzo, 67 anni, fabbro ferraio, con laboratorio nella frazione di Torrone, assai conosciuto per la sua lunga e proficua esperienza di artigiano del ferro battuto.  Era la sera del 25 settembre 2019, quando quella statua, su disegno di Gaudenzio Ciotti, venne inaugurata e Di Cienzo, sebbene persona schiva, non nascose tutto il suo orgoglio in quella occasione, per l’ennesima sua opera, da tutti apprezzata. Era sempre sorridente e gioviale, verso tutti, amando descrivere il suo lavoro, la sua arte. Era per tutti il “gigante buono”, per il suo carattere mite. Solo pochi mesi fa aveva sofferto la perdita del fratello Arcangelo, anche lui personaggio di grande inventiva e creatività che ha lasciato un vuoto immenso nella realtà locale. Domenico Di Cienzo, per aver gestito locali da discoteca e bar, era assai conosciuto e stimato anche nel circondario. “Perdo un amico, con lui ho fatto radio e il barman al Nuovo Mondo Studio di Rivisondoli e Caprice di Roccaraso che ero ancora minorenne. Uno dei pochi che già dagli anni 80 ha avuto l’intuito di capire le potenzialità di Roccaraso, Pescocostanzo e Rivisondoli. Ma perdiamo soprattuto un artista del ferro. Numerose sono le sue opere d’arte acquistati da provati e tra le ultime il logo del Bimillenario di Ovidio” ricorda l’imprenditore Fabio Spinosa Pingue.

 

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