SCOCCIA, CONFUSIONE E RITARDI DELLA REGIONE NEL PIANO VACCINI
“Se i protagonisti del piano vaccinale della Regione continuano ad essere i ritardi e la confusione, qualcosa però comincia a cambiare, testimonianza che quanto finora denunciato dall’opposizione in consiglio regionale sull’emergenza Covid e sul piano vaccinale non era affatto peregrino, né tantomeno strumentale”. Lo sostiene la consigliera regionale Marianna Scoccia. “Abbiamo di fatto obbligato la giunta Marsilio e l’assessore Veri – prosegue – a costruire azioni più concrete. Sono convinta che in una emergenza vaccinale di questa portata, sarebbe servito fin da subito un metodo diverso, una cabina di regia chiara, un cronoprogramma serio e un monitoraggio costante. Qualcosa si muove sì, ma non come ci saremmo aspettati”. La consigliera Scoccia riferisce che ieri, nella seduta del consiglio regionale sono state presentate le slide esplicative “di un atto di programmazione regionale di cui ancora non si vede traccia. Non solo, manca il presupposto dell’atto, vale a dire un’analisi capillare nei numeri e nelle azioni intraprese, un quadro dello status quo vaccinale e le maggiori criticità riscontrate fino ad oggi, oltre che una sintesi con la redazione di un cronoprogramma che possa disegnare il raggiungimento dell’obiettivo dell’immunità di gregge al 30 settembre. Si continua a creare confusione nei cittadini e in tutti quei sindaci lasciati troppo soli in questa emergenza. Su una popolazione di 1 milione 300mila abitanti si è ancora fermi alla somministrazione della prima dose sulle tre province di Pescara, Chieti, L’Aquila, fatta eccezione per Teramo che ha completato le dosi sia del personale scolastico che degli over 80. L’esempio della confusione lo fornisce l’avvio del team mobile che da domani, di concerto con i comuni, dovrà somministrare 1200 dosi giornaliere. Se la regione non fornisce ancora i dati delle fragilità alle quali somministrare le dosi, come riusciranno le Asl a organizzare la macchina mobile?” È la domanda che pone Marianna Scoccia ritenendo indispensabile ed urgente dare all’Abruzzo una risposta concreta sulle vaccinazioni “non solo per garantire il diritto alla salute ed evitare il collasso delle strutture ospedaliere, ma anche e soprattutto per assicurare, attraverso la più ampia immunizzazione della popolazione, la ripresa di un sistemo economico messo in ginocchio dall’emergenza sanitaria”.