CHIUDE IL BAR SCHIAZZA, UN ANGOLO DI STORIA NEL CENTRO DELLA CITTA’

Da stasera abbasserà per sempre le saracinesche il bar Schiazza, in corso Ovidio. Un angolo di storia del centro della città che si chiude dopo quasi cinquant’anni. “L’avventura ed il successo di questo bar ebbero inizio nel 1974, quando i miei genitori rilevarono questo locale – racconta Simonetta Schiazza – mio padre Luigi veniva già da un’esperienza nel campo della ristorazione e del bar, a Roma e Sulmona. Appena sposato con mia madre Santina hanno intrapreso quest’avventura”. Alle origini fu Ideal Bar e nel 1986, fatta un’ampia ristrutturazione del locale, divenne Bar Schiazza.”Il nostro bar è stata la prima gelateria della città, assai rinomata e grazie allo spirito di sacrificio e di imprenditorialità dei miei, che hanno svolto questo lavoro sempre con amore, siamo stati fiore all’occhiello cittadino”. “Dopo un lungo percorso di vita e di lavoro abbiamo scelto noi di concludere questa esperienza – sottolinea Schiazza – una parte di questa esperienza prosegue però con l’attività di mio fratello Luca, che ha aperto una caffetteria oltre ponte Capograssi, in via papa Giovanni XXIII”. Difficilmente per il momento un’altra attività prenderà il posto di quella che chiude. Su tutto incidono il costo dei fitti dei locali commerciali in centro storico e l’emergenza sanitaria che scoraggia, per ora, imprese commerciali. “In questo locale lasciamo tanti ricordi, belli e anche meno belli, qui dentro ci siamo cresciuti, con il lavoro di ogni giorno, conoscendo tantissima gente, sulmonesi che nel nostro bar hanno avuto sempre un punto essenziale di riferimento, in ogni momento della giornata” continua Schiazza. “E adesso ringrazio tutte queste persone che hanno condiviso e spesso allietato le nostre giornate, facendo del nostro bar un’icona della città, voglio salutarli con un abbraccio affettuoso – conclude – siamo certi di lasciare a tutti quanti un buon ricordo di questa nostra esperienza”. Intanto la chiusura di un altro locale è l’ennesimo campanello d’allarme che suona sulle sorti del centro storico, sempre più in declino.