L’ABRUZZO CHIEDE PIU’ VACCINI PER LE ZONE ROSSE E SOMMINISTRAZIONE SOLO PRIME DOSI CONTRO VARIANTE INGLESE

“Negli ultimi due giorni tutta la stampa nazionale è dominata dal dibattito sulla chiusura delle scuole, considerata l’evoluzione della variante inglese in particolare. L’Abruzzo, insieme ad altre regioni, da lunedì vedrà chiuse le scuole primarie e secondarie, assicurando la didattica a distanza e quella in presenza solo a particolari categorie. Nel frattempo, ho dato disposizioni alle Asl perché venga data priorità alla vaccinazione per il personale scolastico: prima completiamo l’operazione, prima potremo riaprire in sicurezza. In questo, l’Abruzzo ‘anticipa’ le decisioni che saranno assunte a livello nazionale. La scelta non è ‘ideologica’: chiunque si trovi di fronte alla diffusione della variante inglese, non può che registrarne gli effetti e agire di conseguenza. La Gran Bretagna, non a caso, ha seguito questa strada: rigide chiusure, anche delle scuole (la cui riapertura è prevista l’8 marzo) e campagna vaccinale a tappeto. Per seguire fino in fondo la vincente strategia britannica, ora serve accelerare nella campagna vaccinale. L’Abruzzo procede a somministrare le dosi a seconda di quante ce ne vengono distribuite, come il resto delle regioni fanno da ormai due mesi. E al netto delle scorte per i richiami. Tutti riponiamo grande speranza nell’accelerazione della produzione e delle relative forniture”. A parlare è il presidente della Regione, Marco Marsilio. “Ma nell’attesa – e nella consapevolezza che l’industria farmaceutica potrebbe non essere in grado di incrementare a breve la produzione – insieme all’assessore Verì abbiamo chiesto al Commissario Arcuri e al Governo due cose: autorizzare la somministrazione immediata della prima fase, ritardando la seconda;  chiedere dosi aggiuntive per le zone colpite dalla variante inglese in misura significativa. Autorizzare la somministrazione della prima dose rinviando i richiami, significherebbe liberare il magazzino attuale, con un incremento immediato del 25-30% delle persone vaccinate. Incremento che aumenterà con le prossime consegne. Troviamo convincenti le spiegazioni scientifiche più volte illustrate da illustri scienziati e Istituti di ricerca a favore di questa tesi, e speriamo che anche Governo e Commissario, insieme ad Aifa e Iss, possano condividerle. L’emergenza è adesso, la terza ondata è arrivata e l’area metropolitana di Chieti-Pescara l’ha impattata tra le prime in Italia. Per interrompere la catena dei contagi occorre agire subito, e garantire al maggior numero possibile di persone di avere l’immunità garantita da una prima dose per arrivare fino all’estate, quando le condizioni climatiche (come accaduto lo scorso anno) concorreranno ad abbattere la velocità di circolazione. Dopo, avremo tutto il tempo (e le dosi) per completare i ‘richiami’. Quanto al secondo punto, non si tratta solo di invocare ‘solidarietà’, che sappiamo non mancare da parte di nessuno. Spero si capisca che bloccare i focolai più aggressivi sia interesse di tutti, perché la battaglia che stiamo conducendo per confinare la variante inglese e impedirne la moltiplicazione e la diffusione incontrollata sul resto del territorio, serve a preservare tutta l’Italia da conseguenze peggiori. Intanto, cominceremo a ‘dare il buon esempio’ in casa nostra: martedì il Dipartimento Salute della Regione riunirà le Asl con il referente della campagna vaccinale. Oltre a stilare il nuovo cronoprogramma per completare prioritariamente la vaccinazione del personale scolastico, verrà pianificata una redistribuzione delle dosi disponibili in Abruzzo per incrementare la campagna nelle zone rosse. Venerdì scorso ho sottoposto questo tema ai sindaci dei capoluoghi e ai Presidenti delle province, riuniti per una doverosa consultazione in vista della nuova Ordinanza, e ho trovato da parte di tutti unanime consenso a questo modello solidale e collaborativo. Nessuna guerra di campanile. A 50 anni di distanza dalle rivolte che sconvolsero l’Abruzzo, possiamo ben dire che di strada ne sia stata fatta molta, e credo che tutti gli abruzzesi debbano andare orgogliosi di questo risultato e del senso di comunità che oggi si respira di fronte alla tragedia che stiamo vivendo” conclude il presidente.

2 thoughts on “L’ABRUZZO CHIEDE PIU’ VACCINI PER LE ZONE ROSSE E SOMMINISTRAZIONE SOLO PRIME DOSI CONTRO VARIANTE INGLESE

  • Va di moda, a partire dal sig. Draghi che, certamente ottimo economista, spara fregnacce in materia di virologia, copiare agli inglesi che hanno scelto di vaccinare con una sola dose i propri cittadini, rimandando ad altri tempi la seconda dose prevista dalle case farmaceutiche. Il sig. Marsilio prende al balzo la proposta e spara anche lui: una sola dose per tutti, poi si vedrà: altro epidemiologo mancato! Gli inglesi si assumeranno le proprie responsabilità qualora, nel giro di 6-7 mesi in Inghilterra si ricomincerà tutto d’accapo, anche grazie ad un imbecille capo di governo in cerca ancora d’autore. La ragione per la quale i produttori di vaccino raccomandano le due dosi è quella di completare, con la seconda dose, il rafforzamento dell’organismo che può meglio difendersi da contagi mortali: la seconda dose potenzia la difesa antivirus, salvaguardando meglio le persone contagiate. Da tener presente che rinviare sine die, senza precise precauzioni degli specialisti, anche la sola dose, dopo un periodo presumibile di 6-7 mesi non avrà più effetti di copertura e renderebbe vane ed inutili le seconde dosi.

  • Non mi sembra la strada giusta, bisogna concludere le vaccinazione agli ultraottantenni e alle persone fragili, i più colpiti dal Covid-19 finendo in rianimazione dove buona parte trova la morte.
    Il presidente guardi il Lazio, dove peraltro vive, e rifletta.

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