NE VALEVA DAVVERO LA PENA?

Alessandro Lavalle – Arriva un momento nella vita di ogni persona (teoricamente) matura, di effettuare una determinata scelta circa il resto del suo tempo, una decisione che, se perpetrata a lungo, diverrà una realtà irremovibile o estremamente ardua da modificare: la nostra carriera.

E’ indiscutibile che a seconda di questa decisione cambia il nostro stile di vita; essa infatti marca un nuovo livello di indipendenza economica e sociale di non poco conto e pone, purtroppo, dei solidi limiti ai nostri desideri. Quando ci si trova di fronte a questa decisione, come accade quando ci si trova di fronte a molte altre simili ad essa, c’è bisogno di fare compromessi e sacrifici; talvolta questi sacrifici vengono omessi o dimenticati del tutto.

La strada che porta alla realizzazione di un sogno non va vista come una comoda passeggiata, bensì come cercare di arrivare a riva passando per un mare in tempesta; il nostro obbiettivo, il nostro sogno, è come il faro sulla riva che con la sua luce ci indica la direzione, sempre lì che ci richiama come fa un’omerica sirena.

Tralasciando il caso di persone che, sia per meriti sia per una buona dose fortuna, riescono a realizzare i propri sogni senza conseguenze, la restante maggioranza vive la cosa in modo diverso. Come appunto in un mare in tempesta, la strada verso i sogni è ricca di avversità e due eventi possono accadere: il primo è che ci rendiamo conto che il viaggio è più arduo del previsto, dunque decidiamo, in buona fede, di rinunciare; mettiamo da parte le nostre ambizioni e scegliamo di accontentarci di ciò che abbiamo ottenuto, senza vergogna e senza rimorsi: non vi deve essere imbarazzo nel riconoscere i propri limiti. Il secondo evento è ancor più catastrofico: può capitare che la nostra testarda cupidigia abbia la meglio e, contrariamente all’evidenza dei fatti, continuiamo la nostra impresa: il sogno si tramuta quindi nella più morbosa e letale ossessione; nulla ha più valore per noi tranne che ottenere questo nostro tanto ardito desiderio, il nostro sempre ricercare un modo per colmare questo vuoto potrebbe portare, come accade in molti casi, a deviare le aspettative, a denaturarle, facendo sì che una volta realizzato il nostro desiderio ci rendiamo conto che potrebbe non essere abbastanza per colmare il nostro vuoto: perfino una volta raggiunta la nostra meta ci continuiamo a sentire incompleti. Capita, inoltre, che si raggiunga questo tanto agognato premio senza passare per il fallimento conseguenza dell’ossessione: abbiamo tramutato il sogno in ossessione, ma siamo riusciti ad ottenerlo e ne siamo soddisfatti; ma a quale prezzo? Questo accaparramento nei confronti del nostro volere, se divenuto ossessivo, supera di gran lunga il valore effettivo del sogno raggiunto; a chi se ne accorge lascia un senso di amarezza in bocca e consequenzialmente questa domanda: era veramente necessario rinunciare a tutto per questo sogno?

E’ prassi dell’inseguire un sogno arrivare al confine che definisce il vago desiderio dalla radicata ossessione; contrario al credo comune, il passo per varcare questo confine è più corto di quanto si pensi, quasi non ci se ne accorge; basta un attimo e quel nostro desiderare prende il controllo delle nostre vite. Bisogna sì rincorrere i nostri sogni, sperare in qualcosa di più, d’altronde è ciò che ci ha reso la specie intrepida che siamo oggi, ma senza trasformarlo in una egoistica ossessione che logora le nostre vite; come in tutte le cose importanti si tratta di trovare il giusto equilibrio. Se si decide di continuare nonostante le avversità bisogna essere coscienti delle conseguenze e avere abbastanza stomaco per reggerle: solitudine e abbandono possono divenire l’abito di una persona che ha fatto sacrifici per il raggiungimento di un sogno; ma alla fine torna tutto ad una questione di soddisfazione personale. La persona completa è quella che si sente, nei limiti del possibile, in pace con se stessa; che poi questa “pace” comprenda una vita mediocre come anche far parte dell’1% al top, sta alla persona stessa deciderlo. Sta a voi decidere il vostro metro di soddisfazione anche se, a parere di chi scrive, è nelle piccole cose che si cela la vera felicità.