PUNTO NASCITA, MOVIMENTO “24 AGOSTO” SOLLECITA MOBILITAZIONE DEI SINDACI DEL CENTRO ABRUZZO
Si muovano i sindaci del Centro Abruzzo denunciando alla magistratura l’interruzione di un pubblico servizio. Lo sostiene il Coordinamento regionale Abruzzo del Movimento per l’Equità Territoriale – 24 agosto che “stigmatizza l’ennesimo episodio di spoliazione di uno dei territori più svantaggiati e maltrattati della regione Abruzzo e dell’intero Centro-Sud. Con una decisione quantomeno inopportuna, data la stagione pandemica che stiamo attraversando, il Ministero della Salute ha fatto sapere che il punto nascite dell’ospedale dell’Annunziata di Sulmona dovrà essere soppresso causa calo delle nascite e pare, udite udite, in conseguenza del fatto che l’assessorato alla Sanità abruzzese non ha comunicato se e come vengono garantiti i parametri essenziali al mantenimento del centro nascite (personale, rianimazione ecc.)”. “Né l’Assessora Verì, nonostante le ripetute assicurazioni ribadite nel tempo, si è mossa nella direzione di evidenziare questi dati, soprattutto considerato lo stato di emergenza nazionale e le particolari condizioni orografiche in cui versano l’area Peligna e Altosangrina servite dal nosocomio sulmonese – obietta il movimento – ne sia prova inconfutabile che da Sulmona si potrebbe tranquillamente andare a partorire ad Isernia, come affermano dal Ministero. Il parere espresso, oltre a dare dimostrazione della totale ignoranza delle conoscenze minime di geografia fisica e politica di Abruzzo e Molise dell’apposita Commissione ministeriale (magari pensano che si tratti ancora di una sola regione), è stato formulato in base a dati che sembrerebbe non possedere e che nessuno si sarebbe curato di trasmettere o evidenziare”. “Di chi sia stata l’eventuale negligenza appare evidente, tuttavia la questione è troppo seria per le cittadine e i cittadini di queste aree del territorio abruzzese. Se l’intenzione è quella di impedire a madri di partorire e a figli di nascere in queste zone già martoriate da decenni di incapacità gestionale e amministrativa della regione e di chi l’ha diretta, sarebbe opportuno che i sindaci componenti del comitato ristretto della ASL L’Aquila-Avezzano- Sulmona, comincino a segnalare alla magistratura l’interruzione potenziale di un pubblico servizio per quella che, stando alle notizie circolanti, apparirebbe come una reiterata omissione d’atti” prosegue il movimento. “Questo tanto per cominciare a fare chiarezza riguardo a chi, come e perché ha preso o meno decisioni che, nella forma e nella sostanza, negano il diritto alla vita e alla salute di migliaia di abruzzesi. Meridionali certamente, ma italiani tanto quanto un pescarese o un bergamasco” conclude.