DISCARICA BUSSI, LA LEGA ACCUSA IL MINISTRO COSTA: LA BUROCRAZIA TIENE IN OSTAGGIO UN TERRITORIO

“La burocrazia tiene in ostaggio un intero territorio, impedendo dopo 10 anni la bonifica della discarica di Bussi. Grave che il ministero dell’Ambiente continui a perseguire la via dell0 scontro giudiziari0,  mentre i veleni continuano a inquinare e a mettere a rischio la salute dei cittadini cittadini a vivere nel degrado”. Così l’assessore regionale all’Ambiente della Lega Nicola Campitelli,  nella conferenza stampa della Lega dedicata alla vicenda della mancata bonifica del veleni di Bussi. Alla conferenza hanno partecipato i leghisti Vannia Gava, deputato, Massimo Casanova, europarlamentare, Luigi D’Eramo, deputato e coordinatore regionale, Antonio Zennaro, ex deputato del Movimento 5 stelle, di recente passato alla Lega. Gava e D’Eramo hanno presentato un question time, e il segretario regionale ha affermato che “il ministro Costa si è rimangiato tutte le promesse elettorali, stiamo assistendo ad un triste storia in cui il governo chiude gli occhi davanti a questa emergenza sanitaria”. Ricordando che “la bonifica significa anche posti di lavoro e reindustrializzazione del comprensori”. La Lega accusa il ministro Sergio Costa per aver cancellato con un decreto del 17 giugno il provvedimento di aggiudicazione del bando di gara per la bonifica, a otto anni dalla scoperta da parte della Forestale, assegnata già alla Dec Deme, con i soldi, 40 milioni circa, già in cassa da anni, attinti dai fondi post sisma 2009, per avviare i lavori, e presentare poi le fatture alla Edison, ritenuta responsabile dell’inquinamento con sentenza del Consiglio di Stato. Il Tar su ricorso di Regione e Comune di Bussi, a dicembre ha revocato la decisione del Ministero,  che a sua volta ha presentato ricorso al Consiglio di Stato. Intanto le decine di tonnellate di veleni come rilevato nei giorni scorsi dall’Arta, seppure coperte con il metodo emergenziale del capping, continuano ad inquinare il fiume Tirino e il territorio circostante. Vania Gava ha proposto di andare a Roma a protestare davanti al ministero dell’Ambiente, parlando di “malafede” del ministro, che “si è chiuso ad ogni dialogo e confronto”.