IL DIARIO DI SOLIMO: 20 GENNAIO 1885, RIVOLUZIONE URBANISTICA

Fabio Maiorano Dopo aver proposto, nei primi decenni dell’Ottocento, di abbattere la monumentale Porta Napoli, progetto che fortunatamente non è andato in porto, verso la fine del secolo il decurionato tornò di nuovo alla carica perché la trecentesca porta era sempre lì a “chiudere a sud la cinta muraria”. Insomma, ingombrava, dava fastidio, o forse qualcuno aveva interesse a che sparisse o che quella zona avesse un altro assetto. Fu così che in un paio di sedute, il 20 gennaio 1885 e il 20 ottobre 1890 (a distanza di cinque anni l’una dall’altra) i membri del decurionato stabilirono di aprire due strade ai lati della porta, di abbattere parte del muro di cinta e di demolire la piccola cappella, attigua alla porta, dedicata alla Madonna della Pace, con buona “pace” di quanti auspicavano da decenni di eliminare quella porta. Fu risparmiata la sola immagine della Vergine, incorniciata in un pregevole arco gotico, collocata sul fronte settentrionale della porta, dove tuttora si può ammirare.

One thought on “IL DIARIO DI SOLIMO: 20 GENNAIO 1885, RIVOLUZIONE URBANISTICA

  • Bravo! Non sapevo di questa intenzione dei nostri avi, suggestionati dall’idea del progresso.
    Mi domando perché, invece, le altre porte sono state abbattute

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