IL DIARIO DI SOLIMO: 19 GENNAIO 1954, L’EROICA MAESTRA
Fabio Maiorano Figlia di un operaio del polo chimico Montedison di Bussi sul Tirino, Lola di Stefano si diploma con ottimi voti all’Istituto Magistrale di Sulmona. È il 1941 e nel ’48, superato il concorso magistrale, comincia ad insegnare alla scuola elementare di Bussi Officine. La mattina del 19 gennaio 1954, un inverno molto freddo e nevoso, verso le 9 il suono acuto di una sirena squarcia l’aria e annuncia che in una fabbrica vicina è accaduto un gravissimo incidente, la fuoriuscita di cinque tonnellate di cloro liquido da una cisterna. A contatto con l’aria, il liquido assunse in un attimo la forma minacciosa di una nuvola gialloverde, una nuvola di gas letale che pian piano sta saturando l’aria. Ben sapendo quali fossero i rischi per i suoi piccoli scolari, la maestra Lola Di Stefano non si perde d’animo: tappa la bocca di ciascun bambino col fazzoletto e, uno dopo l’altro, mette in salvo tutta la scolaresca lontano dalla scuola, con l’aiuto del maresciallo dei carabinieri e di un dipendente dello stabilimento. Concentrata sui suoi “piccoli”, non pensa però a proteggersi dalle esalazioni di cloro che le minano irrimediabilmente i polmoni e altri organi vitali. Arriva in condizioni disperate all’ospedale di Sulmona, dove muore il 29 gennaio 1954, a 34 anni. Era nata a Bussi il 1° giugno 1920. Medaglia d’Oro al Valor Civile e Benemerenza di I classe, il più alto riconoscimento del Ministero della Pubblica Istruzione. Il busto bronzeo dell’eroica maestra è stato scoperto il 21 gennaio 1963 nel cortile della scuola elementare di viale Roosevelt che dall’anno precedente porta il suo nome.