IL DIARIO DI SOLIMO: 28 DICEMBRE 1908, UNO STRANO RUMORE DI FERRAGLIE
di Fabio Maiorano Nei primi anni del Novecento, lo scalo ferroviario di Sulmona – il più importante della regione – era ancora collegato al centro abitato da carrozze trainate da cavalli, mentre altre città abruzzesi si erano già “modernizzate”: Pescara aveva inaugurato nel 1903 la prima filovia italiana con il trolleybus, un’innovazione assoluta nel trasporto urbano; due anni dopo (1905) Chieti si dotò di una linea tramviaria che copriva i quasi 9 chilometri tra centro abitato e stazione; nel 1907, infine, la filovia fu aperta anche all’Aquila. A Sulmona, il tram elettrico fece la prima corsa lunedì 28 dicembre 1908, lo stesso giorno in cui una micidiale scossa di terremoto distrusse Messina e provocò la morte di 120 mila persone. Progettata dall’ing. Guido Vallecchi e realizzata dalla Società Torinese di Applicazioni Elettriche, la linea ferrata a scartamento ridotto si snodava su un percorso pressoché parallelo, a binario unico e con due brevi raddoppi atti a facilitare l’incrocio dei convogli, l’uno all’altezza della barriera di S. Agostino (ora piazzale Tresca), l’altro a piazza del Carmine. Da principio, le motrici (da 32 posti) e i rimorchi (da 40 posti) erano di color giallo ma in seguito furono riverniciati di verde scuro. Nel 1928, la linea fu ampliata e i binari raggiunsero piazzale S. Francesco, per servire sia i militari di stanza nella caserma “Umberto I”, sita fuori porta Napoli, sia i residenti nei nuovi quartieri che si stavano sviluppando a sud dell’antico abitato. Il tram ha svolto egregiamente il suo compito fino al 27 agosto 1943, quando le bombe sganciate dagli aerei anglo-americani lo mandarono forzatamente in pensione e fecero tacere, per sempre, il suo inconfondibile rumore di ferraglie.
Nel testo ci sono alcune imprecisioni un articolo completo di 5 pagine è pubblicato sul numero 257 (Marzo 2004) del mensile “i Treni” (edizioni ETR Salò).