FONDI SCIPPATI ALL’OSPEDALE DI SULMONA, SCOCCIA E MARIANI: SVELTINA ORDITA DALLA LEGA

Fondi scippati all’ospedale di Sulmona e ad altri ospedali abruzzesi, con una sveltina sul documento finanziario regionale. A spiegare l’accaduto sono i consiglieri regionali Marianna Scoccia e Sandro Mariani. Con una “sveltina” sul Defr a firma D’Incecco la maggioranza scippa 40 milioni di euro agli ospedali di Sulmona, Avezzano, Lanciano, Penne, Vasto e Giulianova. “Nel silenzio totale dei vari consiglieri di maggioranza si è consumato un vero e proprio “scippo” di risorse ai danni degli ospedali minori durante la discussione sul Defr 2021-23” accusano i due consiglierio di opposizione. “Solo oggi scopriamo che, con un subemendamento a firma D’Incecco, capogruppo pescarese della Lega, è stato riscritto integralmente l’originale Defr 2021-23 con brevissime, ma pesanti modifiche. E’ stato aggiunto un paragrafo di poche righe dal titolo: “Edilizia Sanitaria ex art. 20 legge 67/1988”. Secondo Sandro Mariani e Marianna Scoccia in conseguenza di questa variazione “si dà mandato di far tramontare, definitivamente, l’ipotesi del project financing sull’Ospedale di Chieti e di trovare le risorse necessarie all’interno della programmazione dei fondi per Edilizia Sanitaria ex art. 20 legge 67/1988”. “La beffa maggiore è che si specifica, in particolare, che questo indirizzo troverà concretezza con gli “interventi strutturali, anche di demolizione e ricostruzione, sulle palazzine “C” e “F”. “Tradotto in parole semplici saranno letteralmente “scippati” 40 milioni di euro dal fondo edilizia sanitaria a discapito, verosimilmente, degli ospedali minori inseriti nella programmazione del 2018, ovvero Sulmona, Avezzano, Lanciano, Penne, Vasto e Giulianova” precisano Mariani e Scoccia. “Siamo dinanzi ad una vergogna consumata con una “sveltina politica” che ha trovato la connivenza silenziosa di tutti gli altri consiglieri di maggioranza che consumano le corsie ospedaliere per passerelle continue ma poi non alzano un dito in difesa degli ospedali territoriali: leoni senza voce nell’arena del Consiglio regionale” concludono.