LA TRAGEDIA DI CORFINIO, I TITOLARI DEL FORNO: ISMET HA LASCIATO IL PANIFICIO CERCANDO LAVORO FUORI, LA SUA FINE CI ADDOLORA
“Per noi Ismet era persona di famiglia, aveva diciannove anni quando ha cominciato a lavorare nel nostro forno ma purtroppo da qualche tempo aveva deciso di abbandonare il panificio, per cercare lavoro fuori dell’Abruzzo, magari nel nord”. A parlare è uno dei titolari del “Forno Nonna Lucia” di Prezza, dove per venti anni Ismet Seferi ha lavorato. “Era bravo nel suo lavoro e in tutto, aveva acquisito un’esperienza solida, era persona impeccabile” ricordano i titolari del forno, colpiti nel profondo dalla tragedia che ieri si è consumata a Corfinio, dove il loro collaboratore macedone viveva con la moglie e tre figli, l’ultima di soli tre anni. “Nel nostro panificio Ismet stava bene, lo abbiamo cresciuto qui dentro e come un familiare ci chiedeva consiglio e aiuto in ogni necessità – ricordano – poi ultimamente aveva deciso di lasciare il nostro panificio, per cercare lavoro fuori dell’Abruzzo. Purtroppo le promesse avute da alcuni datori di lavoro, nelle Marche e nel settentrione, non sono andate a buon fine. A tutto questo si è aggiunto il virus che lo ha colpito e bloccato con tutta la famiglia ed è caduto in depressione”. “L’ho pregato più volte, con insistenza gli ho chiesto di tornare a lavorare con noi ma non ha voluto, pensando di dare un futuro alla famiglia lontano dalla Valle Peligna” continua il titolare del forno. Ieri i due datori di lavoro di Ismet hanno parlato con il figlio sedicenne. “Abbiamo detto che siamo al loro fianco, a loro totale disposizione – dicono – in ogni modo aiuteremo questa famiglia, non l’abbandoniamo e porteremo sempre nel cuore Ismet”. Negli ultimi tempi il quarantenne macedone aveva lavorato in una impresa edile di Pratola ma non si era sentito a suo agio. Poi il coronavirus lo ha fermato definitivamente e la sua depressione si è aggravata, sfociando nel gesto estremo. “La fine così imprevedibile e dolorosa di Ismet è una tragedia per tutti noi, è morto un familiare, uno di casa” concludono i titolari.