L’EX SINDACO FEDERICO INVITA SGARBI A RITIRARE LE DIMISSIONI DAL PREMIO SULMONA
L’ex sindaco Fabio Federico, responsabile Lega Valle Peligna, invita il critico d’arte e parlamentare Vittorio Sgarbi, a revocare le dimissioni da presidente onorario del Premio Sulmona. “Premesso che non ho sempre condiviso le affermazioni del professor Sgarbi e qualche volta neppure i modi con cui le esternava, riconosco che ne sono affascinato dalla cultura artistica e soprattutto dalla capacità unica di dedicare, e forse sfruttare, ma a fini nobili, ogni secondo della sua vita “pubblica” alla promozione del patrimonio culturale ed artistico della nostra intera nazione, ergendosi a paladino di esso contro l’abbrutimento dei nostri costumi e soprattutto delle nostre sensibilità.
Una dote senz’altro unica” sostiene Federico, che non si fa scappare l’occasione per lanciare accuse al sindaco Annamaria Casini, per aver ricordato a Sgarbi che è stato ospite della città sempre accolto con riguardo e ben pagato per la sua partecipazione ad eventi, al contrario di chi altrettanto illustre ed autorevole personalità invece è venuto gratuitamente. Dichiarazioni non condivise da Federico. Poi Federico aggiunge che fu proprio Gaetano Pallozzi, tra i fondatori del Premio Sulmonese ed ideatore della Pinacoteca civica, a volere che Sgarbi diventasse presidente del Premio. E Federico dichiara piena condivisione con le dichiarazioni di Sgarbi, che aggiunte al fatto di passeggiare senza mascherina, violando disposizioni di legge, hanno provocato il caso. “Sulmona, col suo centro storico, è desolata e desertificata ben prima della visita di Sgarbi e cioè da quando scelte improvvide del sindaco fallimentarista di Sulmona ne hanno decretato per delibera l’exitus, con la “chiusura di fatto”, prima ancora dei DPCM dei liquidatori nazionali – conclude l’ex sindaco – Il sindaco, per il bene della città, dovrebbe riflettere sulle sue esternazioni e, se possibile, evitare di ascoltare i cattivi consiglieri”. Federico, nella sua difesa del critico d’arte e nel suo invito, non fa motto però su passeggiata senza mascherina nè su cena consumata da Sgarbi e commensali in un ristorante sulmonese.