IL DIARIO DI SOLIMO: 4 DICEMBRE 2013, LA SCOPERTA DEL NOTAIO

di Fabio Maiorano
Mi capita spesso di frequentare l’Archivio di Stato, nell’ex convento di S. Antonio, magari per una ricerca o per controllare un documento, ma per la prima volta mi è capitato di assistere a una scoperta eccezionale, per di più in modo del tutto casuale. Entro nella sala studio e seduta al tavolo c’è Beatrice Ricottilli, archivista, che sta esaminando il fascicolo Le pergamene dei mesi di maggio e giugno del calendario trecentesco riusato come copertina per un fascicolo di atti notarili (SSASnotaio Varchitti, busta 39) del notaio Orazio Varchitti che rogò a Castelvecchio Subequo tra il 1605 e il 1637. È concentrata su quelle carte e mi saluta con un gesto della mano. Di solito è molto espansiva,
ci conosciamo da sempre, e quel saluto così “distante” mi sorprende e m’intriga. Mi avvicino e lo sguardo cade su una strana pergamena; le chiedo di che si tratta e lei, alzando lo sguardo, mi fa: «Non puoi immaginare, è una cosa fantastica, un documento eccezionale. Questo notaio ha usato un antico e rarissimo calendario come copertina per un protocollo; accadeva spesso che i notai riciclassero le pergamene per farne copertine, quando non se ne facevano candele. E questo si riscontra di frequente soprattutto nel Seicento». La mia curiosità sta già lievitando a livelli esponenziali. «Ecco» prosegue Beatrice «vedi questa lineetta sulla “d”? Ci dice che è una scrittura in minuscola gotica, detta anche littera testualis, tipicamente italiana, bicolore rosso-bruno, databile al XIV secolo. È l’antichissimo uso cristiano di misurare il tempo oltre che con la luna, come in questo caso, anche commemorando ogni anno i martiri e i santi nel giorno della loro morte, il dies natalis, cioè la loro nascita al cielo. Il foglio è suddiviso in quattro mesi: maggio, giugno, luglio e agosto». Poi col dito mi indica un particolare, e aggiunge con una punta di sincera emozione: «significativa è la festa di Sancte Pontiane virginis et sancti Petri confessoris per il 19 maggio, il
dies natalis di Pietro Confessore, Celestino V, come pure il 25 luglio S. Cristoforo martire della Licia che nella stessa data compare nel più antico martirologio d’Occidente». Prende un righello, misura ogni lato una volta, due volte, tre volte e annota su un foglio candido: sovraccoperta membranacea, mm. 34 per 51, secolo XIV. Mi guarda fissa negli occhi: «È una scoperta davvero importante, un frammento di calendario davvero raro, sicuramente da analizzare e studiare a fondo». Non so che dire, ma sono felice di aver condiviso la gioia e la soddisfazione che si può provare quando davanti agli occhi ti si para il mondo.