OLTRE 70MILA ABRUZZESI CON AMMORTIZZATORI SOCIALI, STUDIO DELLA UIL

Sono ben 70.182 gli abruzzesi che hanno potuto contare sugli ammortizzatori sociali per l’emergenza covid nel periodo aprile-ottobre 2020. Di questi, 54.218 sono dipendenti dei vari settori produttivi e 15.964 gli artigiani. È quanto emerge dal Rapporto Uil sulla cassa integrazione con “causale covid 19” elaborato dal Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil nazionale, integrato dalla Uil Abruzzo. Nel dettaglio, 31.002 sono i lavoratori che hanno usufruito della cassa integrazione ordinaria, 13.061 quelli coperti dal Fondo di Solidarietà dell’Inps e 10.155 i beneficiari della cassa integrazione in deroga. A tutti costoro, si aggiungono i 16 mila artigiani che hanno potuto contare sul sostegno del Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato (Fsba). In termini di ore autorizzate con causale Covid per i dipendenti dei vari settori (dunque, escluso l’artigianato), quelle di cassa integrazione ordinaria sono state 36.892.072, le ore relative ai fondi di solidarietà dell’Inps 15.542.554, e quelle in deroga 12.084.386, per un totale di 64.519.012 ore autorizzate, l’1,87 per cento di quelle nazionali, pari a 3.441.350.998. “Questi dati – commenta Michele Lombardo, segretario generale Uil Abruzzo – ci dicono quanto siano stati e tuttora sono importanti questi strumenti a tutela dei lavoratori, da noi fortemente voluti insieme al blocco dei licenziamenti che, come è noto, è stato prorogato fino al prossimo 31 marzo. Strumenti che hanno dato ossigeno a tanti lavoratori e alle loro famiglie, in un contesto davvero difficile come quello della pandemia. È del tutto evidente, però, che si rende ancora più necessario iniziare subito a pensare al post pandemia, quando questo sostegno probabilmente verrà meno insieme al blocco dei licenziamenti, con tutto quel che ne potrà conseguire in termini di occupazione e calo del pil. Per questo, la Regione non perda neanche un minuto per iniziare a progettare, confrontandosi con le parti sociali, un futuro in cui l’economia del nostro territorio possa reggere l’urto di una situazione senza tutte queste reti, a partire dall’utilizzo dei fondi straordinari europei denominati Next Generation Eu e del futuro quadro finanziario pluriennale dei fondi strutturali 2021-2027. Non dimentichiamo, al riguardo, che la crisi pandemica ha aggredito un tessuto produttivo che, pur con eccellenze importanti, non si era ancora ripreso del tutto dalla precedente crisi. Per questo, scelte strategiche atte a riequilibrare le zone interne con quelle costiere, come ad esempio il corridoio intermodale Tirreno-Adriatico su cui si tergiversa ancora troppo, non possono più attendere. Investire sul lavoro – conclude Lombardo – rimane per noi la priorità delle priorità”.