LA RIANIMAZIONE DI SULMONA DIVENTA COVID, SI BLOCCA L’ATTIVITÀ DELL’OSPEDALE
Sei posti di terapia intensiva nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Sulmona. Sono partite nel tardo pomeriggio le operazioni di sgombero del reparto per trasferire i pazienti verso i nosocomi della provincia. Secondo fonti della Asl provinciale, la decisione è stata presa tout court, per tamponare l’ennesima emergenza. È in atto una corsa contro il tempo per ampliare la disponibilità di posti del G8 dell’Aquila, il piccolo ospedale limitrofo al San Savatore realizzato dopo l’evento mondiale che si è svolto all’Aquila dopo il terremoto del 2009. La rianimazione di Sulmona sarebbe quindi stata individuata per trattare i pazienti covid che hanno bisogno di terapia intensiva. Una scelta aziendale che pare non sia stata comunicata nell’incontro in remoto con i sindaci e che crea problemi all’organizzazione di tutto l’ospedale. I degenti che erano ricoverati in città si stanno trasferendo man mano con l’ambulanza mentre dai nosocomi di Avezzano e L’Aquila stanno arrivando due pazienti Covid. Anche una donna di Sulmona contagiata dal virus, in condizioni critiche ormai da giorni nell’ex pronto soccorso, è stata ricoverata in rianimazione. E’ quindi svelato il piano aziendale con la rianimazione che diventa area Covid mettendo a rischio l’intera attività dell’ospedale.
Infatti, questa decisione (che forse avrebbe potuto esser presa già da tempo, unitamente ad un piano di potenziamento di interventi sul territorio), magari insieme alla individuazione del San Raffaele come “delta-Covid” ordinario a servizio di tutto il territorio, Alto-Sangro compreso, mi sembra un’indicazione utile. Utilizzare 6 letti su dieci disponibili in rianimazione a Sulmona mi sembra una soluzione che dà risposte al COVID grave ma consente ancora l’utilizzazione di 4 letti per rianimazione al servizio delle urgenze/emergenze diverse dal Covid e non smantella del tutto l’attività ordinaria del nosocomio cittadino e comprensoriale.
A mio personale parere, lunedì con Marsilio e Testa si può aprire un confronto su questo. Ma non si deve tralasciare un piano di intervento di tracciamento sul territorio, con il potenziamento del personale USCA, per esempio.
Ci sarebbero tutti gli elementi per Commissariare la Sanità nella Regione Abruzzo.
Ma c’è qualcuno che vorrebbe il commissariamento?
I sindaci del comprensorio sono latitanti. E domani viene il Governatore dell’Abruzzo a costatare quello che un direttore generale Asl ha deciso in totale autonomia e magari a battergli anche le mani.
………. ma perchè non riattivare la vecchia UTIC? senza toccare è ”
smantellare” la rianimazione?