ENTRA NEL GARAGE DELLA CASA MATERNA, IL GIUDICE LO CONDANNA A 2 ANNI E TRE MESI PER VIOLAZIONE DI DOMICILIO

Era accusato di aver maltrattato la madre entrando in casa contro la sua volontà, di aver usato violenza con calci, pugni e schiaffi minacciandola di morte al fine di stringerla a consegnargli del denaro. Ieri il giudice lo ha condannato a 2 anni e tre mesi di reclusioni per il reato di violazione di domicilio, assolvendolo dall’accusa più grave di estorsione. Protagonista della vicenda giudiziaria Giovanni Di Simone originario di Goriano Sicoli. La vicenda risale alla metà di giugno al 6 luglio 2013 quando, secondo l’accusa, Di Simone, che all’epoca dei fatti era stato allontanato da casa, si sarebbe introdotto nell’abitazione di famiglia contro la volontà della madre per estorcerle denaro. Al rifiuto della madre di consegnargli i soldi che voleva, Sempre secondo le accuse,  l’uomo sarebbe arrivato anche a minacciarla in maniera pesante, non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla sua volontà. Accuse che sono state in parte smontate nel corso del dibattimento  dal difensore dell’imputato, Claudia Sciarra. Il giudice Francesca Pinocchio ha infatti ritenuto insussistenti le accuse per quanto riguarda l’estorsione e la violenza mentre ha condannato Di Simone per essersi introdotto all’interno del garage dell’abitazione della madre e dei fratelli, contro la volontà di questi ultimi. “Condanna abbastanza fantasiosa”, afferma Di Simone. “Secondo il Tribunale io sarei tornato da Stoccolma ed avrei estorto del denaro alla mia povera madre malata per una vita intera e sofferente, proprio nei giorni che era ricoverata in un ospedale. Mi possono accusare di tutto ma non di voler il male di mia madre”, conclude Di Simone che annuncia di voler ricorrere in appello. “Aspetto di conoscere le motivazioni della sentenza per poi rivolgermi ai giudici del secondo grado di giudizio convinto di essere dalla parte della ragione”.