IL DIARIO DI SOLIMO: 27 SETTEMBRE 1922, FIGLI DI DUE PATRIE
Pasquale Balassone aveva pochi anni quando partì per l’America. Il padre Salvatore e la madre Maria Pacella erano poveri contadini e decisero di emigrare oltreoceano nella speranza di un futuro migliore, per se stessi e per i figli. Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, Pasquale fu arruolato nell’esercito degli stati Uniti e inviato in Francia per combattere contro gli austro-ungarici. Aveva ventitré anni e morì in battaglia l’anno dopo, il 2 ottobre 1918. Stesso triste destino di Domenico Settevendemmie, giovane sulmonese trapiantato negli States; chiamato alle armi, sbarcò nel 1917 in terra di Francia dove perì combattendo. Le salme di Pasquale Balassone e di Domenico Settevendemmie (figlio di Pasquale e Maria Mordenti), sono tornate a Sulmona mercoledì 27 settembre 1922, ricevute con tutti gli onori e tumulate, dopo la cerimonia religiosa nella cattedrale di S. Panfilo, nel cimitero comunale. Sulla lapide della tomba di Pasquale Balassone sono incise queste parole, un monito per chiunque passi sotto il cosiddetto portico egizio: «sappiate, se occorre, come me morire». Pasquale Balassone, come il commilitone Domenico Settevendemmie, era partito per gli Stati Uniti in cerca di una vita migliore; l’hanno sacrificata per la propria terra che ora ne custodisce le spoglie.