IL DIARIO DI SOLIMO: 22 SETTEMBRE 1824, LA PIETRA DELLO SCANDALO
Attorno al “fontanone”, eretto al centro di piazza Maggiore, fu realizzato nel 1824 un selciato per lo scolo dell’acqua. Ne danno conto le carte dell’archivio municipale, dalle quali si apprende che il 22 settembre di quell’anno l’Intendente chiese al sindaco il verbale di consegna dei lavori e la misura finale dell’opera della fontana della gran piazza. Quest’ultimo documento, annota lo studioso Pietro Piccirilli sul periodico “l’Araldo” numero speciale del 20-22 settembre 1901, «dice chiaro che la costruzione fu compiuta nel 1824» ma «l’architetto che la progettò è ignoto; ed ignoto è anche il tajapietre che la lavorò». Continuando nella dotta descrizione, Piccirilli argomenta che «la nostra bellissima fontana si slancia ardita sopra una scogliera tufacea, la quale è circondata da un vascone ottagonale, ed armonizza in modo mirabile con le vaste proporzioni della piazza. Il gran bacino di mt. 3,20 di diametro, è di un sol pezzo, e poggia su un gruppo di quattro foglie acquatiche. Come l’altro che lo sormonta, è lavorato con gran finezza nelle cornici, nei baccelli e nei piccoli ornati che ne adornano il labbro. A proposito di questo bacino, ecco una curiosa notizia. La piazzola che sta al di là dei tre archi dell’acquedotto [l’attuale largo Faraglia, n. d. a.], portava il nome di piazza del pesce. Lì accanto era un’ampia lastra di pietra, chiamata lo staffo. Coloro i quali non volevano o non potevano pagare i debiti, per essere assolti dal magistrato, dovevano, su quella lastra, dar tre colpi in pieno giorno con una certa parte denudata del corpo. La cosa si racconta dai nostri vecchi e merita fede, perché la pietra dello staffo non lo staffo fu riusato per la fontana di piazza Maggiore solo è ricordata nei documenti del XVI secolo, ma ha lasciato il detto: tal dei tali, per non pagare il debito ha dato…sulla pietra dello staffo. Or questa lastra fu quella che servì per bacino grande della nostra fontana (…) allorché butta acqua dai suoi 250 cannelli, è perduta in una massa di acqua stranamente zampillante». Lo staffo era detto anche “la pietra dello scandalo” sulla quale i debitori insolventi dovevano battere il deretano nudo per svincolarsi dai creditori…