LA TRANSIBERIANA D’ITALIA COMPIE 123 ANNI, OGGI E’ LA PRIMA LINEA FERROVIARIA TURISTICA
Venne inaugurata il 18 settembre 1897, dopo cinque anni dall’inaugurazione del primo tratto Sulmona-Cansano, avvenuto il 18 settembre 1892. Fu quindi in quel 18 settembre di 123 anni fa che vide la luce quella che oggi tutti conoscono come Transiberiana d’Italia. La ferrovia Sulmona-Isernia, nota anche come ferriovia del Parco è lunga poco più di 128 chilometri collegando Sulmona ad Isernia ma dal 2011 ferma. Il tratto Sulmona-Carpinone è però percorso da treni turistici e a tale scopo la Fondazione Fs ha inserito questa linea, assai suggestiva per i panorami naturali che offre e per i paesaggi che attraversa, nell’ambito del progetto “Binari senza tempo”. La Transiberiana d’Italia nella stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo raggiunge i 1268,82 metri di altezza, che ne fanno una delle stazioni più alte in quota della rete italiana. A battezzarla Transiberiana d’Italia, sulla rivista Gente Viaggi, fu nel 1980 il giornalista Luciano Zeppegno. Mentre il nome di Ferrovia del Parco è dovuto al fatto che attraversa la parte sud-occidentale del territorio del Parco Nazionale della Maiella. A sostenere il progetto di questa importante linea ferroviaria, fu tra gli altri, nel 1885 il senatore Giuseppe Andrea Angeloni, ricordato con una lapide sia nella stazione di Roccaraso e nell’atrio del Comune di Sulmona. Allo stesso senatore Angeloni è intitolata un’importante strada nel centro storico sulmonese. La linea, gravemente danneggiata dai bombardamenti durante il secondo conflitto mondiale fu riaperta per tratte; l’ultima tratta, da Carovilli a Castel di Sangro venne riattivata il 9 novembre 1960 alla presenza dell’allora ministro dei Trasporti, l’abruzzese Giuseppe Spataro. Dall’11 ottobre 2010 venne sospeso l’esercizio sulla tratta da Castel di Sangro a Carpinone, per urgenti necessità di manutenzione del materiale rotabile. Ma l’anno successivo gli alti costi di esercizio e lo scarso movimento sulla linea decisero la Regione Abruzzo a disimpegnarsi dal finanziare ulteriormente i collegamenti attivi, che quindi cessarono il 10 dicembre 2011 con la soppressione delle ultime due coppie di treni Sulmona-Castel di Sangro. I servizi ferroviari da quel momento sono stati sostituiti da autolinee, anche se l’itinerario degli autobus lascia senza servizio alcuni paesi dell’Alto Sangro. La linea resta comunque ancora formalmente aperta per il gestore dell’infrastruttura Rfi, permettendo il passaggio di treni di agenzia e servizi turistici occasionali. Il rilancio di questa tratta ed il reperimento dei fondi che permettano di finanziare anche il servizio viaggiatori, secondo i più, risiederebbe proprio nelle potenzialità di linea turistica, sul modello di numerose ferrovie alpine, senza però trascurare alcune corse ordinarie a misura dei pendolari, importanti soprattutto durante le copiose nevicate che rendono difficoltoso e pericoloso il transito sulla SS 17. Il 17 e 18 maggio del 2014 il tronco da Sulmona a Castel di Sangro è stato riaperto da Fondazione Fs come ferrovia storica, dando avvio a quell’iniziativa di grande successo riguardante il viaggio su treni storici. Successivamente infatti la Fondazione FS Italiane ha avviato un lungo progetto di rilancio dei treni sulla linea, impiegando materiale rotabile d’epoca, in collaborazione con l’associazione culturale Le Rotaie ad essa convenzionata e ai numerosi operatori turistici locali, che ne curano l’organizzazione.Dal 2016 è diventata la prima linea ferroviaria ad uso turistico in Italia per numero di viaggiatori, registrando un numero sempre crescente di appassionati e turisti.
La piena rifunzionalizzazione può avvenire solo con la costruzione di un hub sul piazzale binari di Sulmona che comprenda tutti i servizi da scuole, uffici ,centri commerciali,persino l’ospedale, e si crea una metropolitana già esistente da Roccaraso a Carrito, Bussi, Fontecchio, in un nuovo modello di vita green ,a basse emissioni di CO2, e che escluda l’uso dell’automobile. Almeno se l’Abruzzo si fregia essere regione verde d’Europa
Forse è il caso di ricordare che il rilancio della tratta Sulmona-Castel di Sangro, va attribuita in buona misura alla tenace azione messa in atto dal Parco Nazionale della Majella che ha trovo nei vertici di RFI molta attenzione e disponibilità.La “gestione” fu affidata per competenza alla Fondazione FS con la quale il Parco sottoscrisse una specifica convenzione.
La successiva attività di promozione è stata svolta a lungo dal Parco stesso che ha mise a disposizione le necessarie risorse finanziarie per la realizzazione di una serie di attività di marketing.
Tra esse va ricordato il treno speciale con la carrozza presidenziale ( utilizzata in passato dai vari presidenti della Repubblica) che nella sala riunione ospitó la Giunta Regionale che affrontò il tema dello sviluppo turistico delle aree montane.