A “ROTONDA IN ARTE” E’ IL MOMENTO DELLA MOSTRA “DALVEROLAB”

Come diceva Picasso «L’ispirazione esiste, ma deve trovarti già al lavoro». Nell’arte, come in qualsiasi altro campo, si deve lavorare molto e costantemente per migliorare. Tutti noi stiamo imparando ad affinare le nostre capacità tecnico-artistiche e quelle di osservazione e confronto». DalVero Lab è un’idea che nasce nel 2018, sulla base di un’esperienza fatta diversi anni prima da un gruppo di giovani artisti a Bologna, «Abbiamo dato l’opportunità a chi non frequenta l’Accademia di Belle Arti o le scuole libere di disegno del nudo, di poter seguire una volta a settimana una sessione di disegno con modello/a, ma senza la guida del docente. Un metodo usato in ambito internazionale, secondo cui le sessioni hanno pose di durata variabile, da pochi secondi o minuti fino a 20 o 30 minuti, nell’arco di due/tre ore. Noi abbiamo preso questo metodo e lo abbiamo interpretato sulla base delle nostre esigenze. Questa tipologia di laboratorio serve a sciogliere e sveltire la mano con pose veloci e un disegno più gestuale, per andare, in successiva battuta e grazie alle pose lunghe, sul dettaglio dello studio anatomico, potendo dedicare una cura maggiore al disegno. Le persone che partecipano al laboratorio imparano e migliorano la loro tecnica confrontandosi con gli altri. La nostra consapevolezza è che siamo appassionati, ci definiamo scherzosamente i “disegnatori della domenica” , anche se per fortuna oltre alle persone che si trovano agli inizi abbiamo anche qualche punta di diamante!».‘Studi della figura’, la mostra che si terrà alla Rotonda di San Francesco della Scarpa, da domani, sabato 5 settembre prossimo, per il programma Rotonda in Arte, verte su un’idea indubbiamente originale, che ha trovato nel periodo della quarantena la leva per accrescere il numero dei partecipanti alle sessioni di disegno attraverso la piattaforma di videocall Zoom, un mezzo sicuramente alternativo, ma che ha avuto un esito eccezionale. «Durante il periodo di chiusura abbiamo avuto l’opportunità di ampliare il gruppo. Se all’inizio eravamo una decina di partecipanti, col tempo siamo riusciti a informare tanti altri appassionati dell’esistenza di questo gruppo e ad avere un incremento di adesioni, che non vengono soltanto da Sulmona, perché con i social network abbiamo raggiunto persone sparse per tutta Italia: dalla Calabria alla Lombardia, passando per l’Abruzzo, il Lazio, la Toscana. La mediazione dello schermo e delle webcam è forte, anche piuttosto limitante, ma la possibilità di continuare con il progetto in un periodo di chiusura di attività generale, e di esercitarci ugualmente, anche con tante persone provenienti da altre regioni, ha consentito a tutti di arricchire le proprie conoscenze e le relazioni. Siamo riusciti in una prima fase ad esercitarci su delle foto, quindi abbiamo stravolto un po’ l’essenza di ciò che facevamo prima, tornando a quegli esercizi che, di norma, si fanno quando si inizia a disegnare: si prende un’immagine da una rivista o da una foto di famiglia e si prova a riprodurla. Nel gruppo facebook spesso proponevamo lo stesso soggetto per tutti, cosìcché potessimo avere un medesimo termine di confronto, che poi è la stessa cosa che facciamo quando abbiamo il modello davanti. In seguito, non potendo ancora uscire di casa, abbiamo pensato che potesse essere interessante lavorare con modelli, ma online, quindi virtualmente. Ad aprile abbiamo iniziato ad organizzare delle sessioni via web. Un po’ stravagante, ma i risultati sono stati interessanti e l’esercizio molto utile. Le pose dei modelli (potendo contare sulla collaborazione di professionisti in Italia e all’estero) e il confronto tra gli stessi disegnatori hanno reso l’esercizio effettivamente proficuo e non molto diverso dalle sessioni dal vivo. Lo scambio di osservazioni e consigli c’è stato lo stesso perché, grazie alle videochiamate, abbiamo avuto modo di interagire, vedere ed essere visti. Si è ampliata così la rete di contatti e adesioni al laboratorio. Dopo la sessione virtuale, la terza fase è stata quella in cui siamo tornati di nuovo alle sessioni in presenza, tra luglio e agosto, ovviamente con le cautele del caso e con meno partecipanti del solito. Attualmente il gruppo è piuttosto ampio e abbiamo dato vita anche a una formula mista, utilizzando la nostra sede per il gruppo che si riunisce fisicamente e aggiungendo il livestream su Zoom per chi vive fuori dall’Abruzzo. Per molti disegnatori la mostra sarà un’occasione per conoscersi, considerando che, fino ad ora, si sono incontrati solo virtualmente. Questa mostra è dunque un po’ atipica, con caratteristiche sia dell’ ‘Open Day’ che della classica esposizione di fine corso. Non ci riteniamo degli artisti, vogliamo semplicemente mettere un primo tassello nel percorso della nostra crescita artistica». La quantità di materiale prodotto è stata ampia, ma solo una parte verrà esposta. «Ognuno ha indicato i disegni che voleva esporre. Lo spirito è quello di voler esporre non tanto le opere finite e risolte, ma gli studi, gli schizzi, il risultato di ciò che si fa nel laboratorio. Ci interessa che venga esposto non tanto il risultato quanto il processo che ha portato a quel risultato, sia nella versione reale che in quella virtuale delle sessioni. L’elemento tangibile di entrambi i casi è sempre la nostra matita sul foglio e ciò che riusciamo ad esprimere durante lo studio sulla posa del modello. Per la mostra erano previste anche delle sessioni di live drawing con modello/a, che probabilmente ridurremo di numero, per questioni legate alle misure di contrasto  al Covid-19.». DalVero Lab è un progetto ampiamente orientato al futuro, che mira alla cooperazione di arti molteplici «Abbiamo iniziato delle interessanti collaborazioni con realtà con cui siamo in contatto da tempo e che, grazie alle attività legate al laboratorio, siamo riusciti a coinvolgere in progetti concreti: ad esempio i due workshop fotografici in cui sotto la guida di Luca Del Monaco un gruppo di appassionati di fotografia si è misurato con la figura umana. Il fil rouge in questo caso è rappresentato dallo studio del nudo e dalla possibilità di lavorare con le stesse modelle del laboratorio di disegno dal vero. L’occasione della mostra, a cui siamo stati gentilmente invitati da Latifa Benharara e dall’Associazione Ilhem, ci ha permesso di creare ulteriori legami e ideare nuove iniziative di cui presto comunicheremo gli sviluppi. L’importante è che noi vogliamo continuare a creare, imparando gli uni dagli altri e sapendo che occorre fare per migliorare, in una naturale tensione verso l’ideale di perfezione, con la piena consapevolezza che essa difficilmente può essere raggiunta. Ricordiamo in proposito la frase di Salvador Dalì: ‘Non aver paura della perfezione, non la raggiungerai mai». (A.D’E.)