MOGLIE DELL’ASSESSORE IN COOP AL COMUNE, PD CHIEDE CHIAREZZA E RISPOSTE CONVINCENTI
Il Pd chiede che sia fatta chiarezza e siano date risposte convincenti sul caso della moglie dell’assessore assunta in una cooperativa di servizi al Comune, la Satic. I dem tornano alla carica sul caso prendendo spunto dalla “sorprendente risposta fornita dal presidente della Satic, Sigismondo Canepari, alla nostra richiesta di delucidazioni, circa l’assunzione in quella cooperativa che fornisce servizi al Comune ed al Cogesa della moglie dell’assessore alle Partecipate: “l’ho fatto per fare un favore all’Assessore, così come abbiamo fatto in tanti altri casi, e non ci trovo niente di male”, mette un punto fermo sulla storia di questa Amministrazione”. Secondo il Pd, stando almeno alle dichiarazioni del presidente della cooperativa, “viene certificato, formalmente, come sia stato creato un sistema politico-clientelare che da palazzo S. Francesco, al Cogesa, alla Saca o alla Casa Santa dell’Annunziata provvede a distribuire incarichi e posti di lavoro in base all’unico criterio della rispondenza ad un determinato referente politico”. “Già in altri tempi denunciammo i segnali chiarissimi della metodologia che si veniva praticando, allorché facemmo emergere il caso del figlio di un consigliere comunale, cui veniva affidato un appalto per servizi amministrativi comunali, ricevendone in cambio un appoggio politico. Ma mai avremmo immaginato che il sistema fosse affinato al punto da diventare un cancro invasivo che ha distrutto completamente la funzionalità dell’apparato amministrativo e la credibilità di questa classe politica al governo cittadino” sottolineano i dirigenti Pd. “In attesa di una risposta in merito da parte della prima cittadina che o non sa o tace sapendo di non poter parlare (in entrambi i casi assumendosi una responsabilità che valuteremo se far emergere in altre sedi) è d’obbligo rivolgersi al valoroso giovane consigliere Ramunno che qualche giorno addietro, scandalizzato, ci accusava di “sciacallaggio” per aver suggerito misure più incisive di contenimento del contagio. Richiamando, a suo dire, mancanza di senso della responsabilità ed appartenenza ad una comunità in sofferenza. Bene, in merito alla vicenda di cui ci stiamo occupando, il Consigliere comunale – nonché Provinciale, nonché componente della segreteria della Consigliera regionale a sua volta moglie dell’ex assessore regionale (come si vede tutto si tiene con un unico lungo filo conduttore) – sarà colto da analogo sdegno, chiedendo immediatamente alla sua sindaca ragione di quanto sta avvenendo in Enti Pubblici dove si dovrebbe pretendere una trasparenza e correttezza di comportamenti al di sopra di ogni sospetto? Chiederà le dimissioni dell’Assessore in questione e spiegazioni più convincenti su cosa succede all’interno delle partecipate in cui il Comune è socio di maggioranza, con particolare riferimento al Cogesa dove si aspetta ancora l’approvazione del Bilancio consuntivo con l’avallo sempre di quell’assessore la cui consorte appuriamo oggi viene assunta nella cooperativa che svolge o ha svolto incarichi anche nel Cogesa? Fiduciosi nella resipiscenza degli astri nascenti della politica cittadina, aspettiamo risposte convincenti” conclude il Pd.