“ROTONDA IN ARTE”, MOSTRA DELL’ARTISTA ELIO LUCENTE
«È incredibile ciò che mi sta accadendo, non riesco a credere che stia capitando a me», si confida Elio Lucente, artista di fama internazionale, originario di Pratola Peligna che da oggi, venerdì 14 agosto, alle 18, alla Rotonda di San Francesco e fino al 22 agosto prossimo, esporrà le sue opere per il cartellone di Rotonda in Arte. Sulla spinta della pittrice, nonché presidente dell’Associazione ilhem, Latifa Benharara, Elio torna ad esporre i suoi quadri nel territorio peligno. A presentare la mostra sarà il prof. Massimo Pasqualone che, dopo aver notato il pittore, lo ha inserito nell’Associazione Culturale IRDI – Destinazionearte, insieme al quale è stato nei migliori musei. «Ho partecipato a numerosi concorsi, non li ricordo tutti. Ma, forse, ho più premi che quadri in casa. Tutto ciò che si poteva vincere, io l’ho vinto», con occhi fieri ammette Elio. Infatti si annoverano tra le sue conquiste la Palma D’Oro, il Premio Raffaello, il Premio Oscar, il Premio Città di New York, il Premio città di Parigi e il Premio Luigi XV. Ma è stata la frase: «Elio Lucente, benvenuto nella Storia Dell’Arte», della signora Maria Luciani, talent scout della Start s.r.l, della casa editrice DeAgostini, a far entrare Elio nella costellazione dei grandi artisti. Il suo nome, che già è tutto un programma, compare tra i più importanti pittori del ‘900 nell’Atlante dell’Arte, per la corrente ‘arte paradisiaca’ a lui dedicata. «La signora Maria Luciani mi ha contattato per dirmi che erano già due anni che mi seguivano, così mi ho chiesto se ero disposto a realizzare un’opera tono su tono. Io gli ho detto che entro lunedì gli avrei mandato un’opera via mail. ‘Mi vuoi dire che entro due giorni mi darai un’opera?!’, non sai con che tono mi ha risposto Maria! Era quasi arrabbiata!», Elio è riuscito a completare ben quattro opere in 48 ore. «Non ho mai impiegato più di 24 ore per completare un quadro. Devo finire lo stesso giorno che inizio. Non posso rimettere mano ad un lavoro già iniziato, altrimenti sono costretto a buttare via tutto… Ma questo non è mai successo». La curatrice dell’Atlante dell’Arte, e curatrice della Biennale di Venezia lo ha inserito nell’Annuario Artisti Mondadori, con le opere della serie ‘Rain’, presentate a Spazio Watt 37, a Milano, dove ha riscosso grande successo. Grazie alla plusvalenza, le sue opere ogni anno valgono il 20% in più rispetto all’anno precedente. «La mia arte deve essere sgrammaticata, e non rappresentare necessariamente la verità, altrimenti non avrei niente da offrire al mondo». Una tempesta di colori battezza gli occhi dello spettatore di desiderio, devozione, peccato, illusione, schizogonia che si uniscono e confondono costantemente nel percorso che va da una stanza all’altra della Rotonda di San Francesco della Scarpa. Tra le opere compaiono diverse raccolte: ‘Rain’, la serie che rappresenta l’intimità di una coppia che vive l’amore al riparo di un ombrello durante un temporale; ‘I 7 Peccati Capitali’ in cui ogni colore rappresenta un vizio: viola superbia, azzurro accidia, bordeaux gola, nero ira, oro avarizia, verde invidia, rosso lussuria, tutte sono state catalogate alla 58esima edizione della Biennale di Venezia. La produzione artistica di Elio ha avuto buon esito anche durante la quarantena, quando ha deciso di orientarsi verso la corrente surrealista, trovando massima ispirazione nei quadri di Salvator Dalì per dipingere la sua visione del Covid-19. «La Seconda Guerra Mondiale ha costretto molti artisti a scappare negli Stati Uniti, perché Hitler, essendo un appassionato d’arte, e occasionalmente anche pittore, decise di perseguitare tutti i surrealisti, dei quali era estremamente geloso. Ho fatto un hommage alla loro pittura, ma soprattutto al figlio di Dalì, che stimo. Dopo averlo conosciuto e incontrato nella sua casa qui in Italia, ho stabilito da subito con lui un ottimo rapporto».Nella stanza centrale compaiono le sue nuove creazioni: «Le gocce di pioggia rappresentano il continuo della serie ‘Rain’. Ho fermato il tempo. Questa è la conseguenza della vita».‘L’artista rivela ciò che la natura cela’, disse Cosimo de’ Medici, ed Elio Lucente ne da reale prova. (A.D’E.)