EDILIZIA SCOLASTICA PRECARIA A SULMONA E L’AQUILA, CGIL CHIEDE TAVOLI TECNICI

La Cgil dell’Aquila chiede agli Enti Locali di convocare tavoli tecnici di confronto e di lavoro tra tutti i soggetti previsti e dà la propria disponibilità, per quanto di competenza, a contribuire alla definizione di un piano di riapertura dell’anno scolastico basato sulla sicurezza individuale e sociale dell’intero sistema scuola. Al centro delle preoccupazioni della Cgil ci sono l’edilizia scolastica in stato di estrema precarietà, soprattutto a Sulmona e L’Aquila, e l’organizzazione del personale scolastico per l’anno alle porte. “A preoccuparci è maggiormente quello che accadrà nel Comune dell’Aquila, visto che temiamo che la mancata ricostruzione dell’edilizia scolastica possa rappresentare un triste precedente di mancata capacità pianificatrice che avrà, anche in questo caso, un peso che l’utenza scolastica, il personale scolastico e la città non possono permettersi. Tra l’altro in una città che si appresta a fare i conti con un dimensionamento non voluto dalla cittadinanza e che non ha fermato neanche il covid 19” sostiene il sindacato.  “Possiamo affermare lo stesso anche per Sulmona dove, come abbiamo più volte denunciato, la situazione dell’edilizia scolastica è ben lungi dal farci stare tranquilli con l’aggravante, rispetto all’Aquila, che lì non è prevista ricostruzione” precisa la Cgil. “In generale, sulla nostra provincia e dai nostri comuni non abbiamo notizie e se pensiamo allo stato dell’edilizia e alla collocazione della maggior parte degli edifici scolastici,  all’assenza di servizi nelle aree interne pressoché abbandonate a se stesse e li combiniamo anche con organici docenti e ausiliari insufficienti per garantire il possibile distanziamento, ci chiediamo in quali scuole e come faremo rientrare i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze e, contemporaneamente e non da ultimo come tuteleremo il rispetto delle norme contrattuali che regolano l’organizzazione del lavoro del personale scolastico” aggiunge la Cgil. “Un personale mal pagato e spesso umiliato dalle riforme orientate ai tagli che si sono susseguite negli ultimi venti anni, che ha dimostrato ampiamente di essere una colonna portante del sistema produttivo italiano, reinventandosi modalità di fare scuola fino ad allora impensabili e di essere presente e vicino quando si doveva stare lontano in una misura che non ha confronto con nessun altra categoria professionale. Ma noi sappiamo che la Didattica a Distanza è stata un dono che gli insegnanti hanno voluto fare alle classi di riferimento, essendo per di più in regime di sospensione delle attività didattiche e che non accetteremo che per incapacità organizzativa o per mancanza di risorse significative, la DaD possa essere riproposta a settembre. Sappiamo anche che la DaD ha mostrato tutta la fragilità e l’ingiustizia di un paese con opportunità a geografia variabile lasciando fuori dal lavoro enorme degli ultimi mesi le aree interne non raggiunte da linea internet adeguata e tutti i ragazzi e le ragazze, i bambini e le bambine con meno possibilità economiche e strumenti culturali” conclude la Cgil.