REGIONE IN RITARDO CON CALENDARIO VENATORIO, ITALCACCIA SCRIVE AD IMPRUDENTE
L’Italcaccia, attraverso il suo presidente regionale, Francesco Verì, chiede alla giunta regionale la convocazione della consulta regionale per approfondire con tutte le associazioni venatorie il problema del ritardo della Regione Abruzzo nella proposta del calendario della stagione di caccia 2020-21. L’Italcaccia in proposito ha scritto una lettera a all’assessore regionale Emanuele Imprudente, delegato a Caccia e Pesca. La lettera, come precisa l’associazione, “è animata da spirito costruttivo, e dai toni molto pacati che ha solo l’obiettivo di pungolare l’esecutivo sul fronte del dispositivo di legge per poter praticare la caccia. Ad oggi, infatti, la Regione Abruzzo, che entro il mese di giugno, dovrebbe avanzare in maniera ufficiale una proposta di Calendario Venatorio per la stagione 2020/2021, non ha ancora avviato i procedimenti necessari per raccogliere i pareri in merito”. “Un ritardo che potrebbe complicare, oltre misura, la condizione, tutt’altro che privilegiata, dei cacciatori abruzzesi, ormai stanchi in Italia di recitare, e anche male, la parte della Cenerentola – prosegue Italcaccia – la preoccupazione nasce anche dalla consapevolezza che alcune Regioni hanno già provveduto a pubblicare i loro suggerimenti per la stesura del fondamentale documento legislativo in materia di caccia. In questo ultimo periodo si discute molto, solamente del grande problema legato alla gestione dei cinghiali, tralasciando la categoria dei classici e nostalgici cacciatori da piuma e da lepre. Alla luce di quanto si sta verificando, l’Italcaccia Abruzzo, a nome di tutti i cacciatori, auspica che possa essere presto riunita la consulta regionale dell’Abruzzo al fine di discutere, con tutte le associazioni che ne fanno parte, una proposta di calendario venatorio 2020-2021 degna di rispetto per i cacciatori abruzzesi, ormai dimenticati da tempo”. “I ritardi da parte della Regione sono inaccettabili, non esistono figli e figliastri perché le tasse sono nazionali, così come la normativa, e, anche per questo, si chiede più rispetto per chi fa sacrifici e rinunce in nome di una passione” conclude Italcaccia.