RIAPRONO I PARRUCCHIERI, LA TESTIMONIANZA DI UN ACCONCIATORE DI SULMONA
“Usciamo da due mesi di stop ed ora tutto si fa più difficile, le spese che c’erano sono rimaste, perché i decreti ministeriali riguardano il futuro, oltretutto non ho ancora visto le seicento euro di marzo e le tasse che c’erano da pagare vanno pagate subito”. A parlare è Peppe Ladisa, parrucchiere e titolare di un laboratorio tra i più rinomati in città. Alla vigilia della ripartenza, prevista per la prossima settimana, appaiono tante le incognite e le difficoltà provocate dall’emergenza coronavirus. “Per due mesi non abbiamo incassato un euro – prosegue Ladisa – è normale che le spese adesso ci sono, a cominciare dalla santificazione dei locali, altre spese da fare riguardano i materiali di protezione, come mascherine, guanti, gel. Solo per sistemare il negozio, così che sia pronto per la riapertura, ho speso cinquecento euro”. “Anche i fondi messi a disposizione dallo Stato fanno lunghi giri, passando per vari enti, quando potevano essere dati più rapidamente, così da agevolare le imprese” continua Ladisa, come del resto è avvenuto per i buoni spesa. Inoltre è probabile che il lavoro nero torni a crescere. “Con il fatto che si entra dal parrucchiere due persone per volta e quindi non puoi fare più quella mole di lavoro che facevi prima, la gente chiama il parrucchiere a casa” spiega Ladisa. “A questo punto bisogna stringere i denti e rimboccarsi le maniche – precisa il parrucchiere – è difficile ripartire in tutti i settori, penso non solo alla nostra categoria ma anche ristoranti, pizzerie, bar. Le spese sono sempre le stesse ma i costi aumentano. Con gli incassi che diminuiscono farcela è sempre più difficile”. “L’unica soluzione è quella di contributi a fondo perduto, che possono ridare ossigeno alle aziende piccole e medie. Diversamente la situazione sarà molto triste” conclude Ladisa, guardando con preoccupazione all’immediato futuro, che per ora sembra fatto di tante ombre e pochissima luce.