CONSORZIO DI BONIFICA, AGRICOLTORI SENZ’ACQUA NEI CAMPI MINACCIANO PROTESTE ECLATANTI

Resta  grave la situazione per gli agricoltori ancora senza acqua  per l’irrigazione in molte zone della Valle Peligna.  Stufi di dover subire le ripercussioni della gestione commissariale che in soli due mesi ha portato scompiglio nel Consorzio acquedottistico totalmente allo sbando, minacciano di passare alle maniere forti se l’ente non provvederà a risolvere la situazione. Lo riporta oggi il quotidiano Il Centro in un articolo a firma di CLAUDIO Lattanzio. E mentre il commissario nominato dalla Regione che continua a sfuggire alle domande dei giornalisti è ancora alle prese con il dubbio amletico se rassegnare o meno le dimissioni perché rimasto praticamente da solo dopo aver fatto terra bruciata attorno a sé, la situazione si fa sempre più grave. Appare infatti tardivo il ripensamento di ricorrere alla manodopera stagionale che inizialmente aveva bandito per dar spazio alle ditte esterne che poco hanno inciso sull’avvio della stagione irrigua. Sulla disastrata situazione in cui versa il Consorzio di Bonifica di Pratola Peligna interviene il consigliere provinciale Andrea Ramunno manifestando tutta la sua preoccupazione per la stagione irrigua e quindi per il raccolto nei campi.  “Non mi riferisco alle presunte dimissioni dell’attuale commissiario di nomina regionale Segio Iovenitti ora pare ritirate che poco interessano ai cittadini”, afferma Ramunno, “ma alla gestione dell’ente che ad oggi (12 Maggio) non ancora provvede alla manutenzione dei canali irrigui e solo da qualche giorno ha provveduto a contrattualizzare i lavoratori stagionali che da anni hanno prestato servizio presso lo stesso ente e hanno rischiato di restare a casa”. “Ho raccolto le preoccupazioni di coltivatori della frazione Cavate di Sulmona che rischia di essere la più colpita vista anche l’assenza di un sistema di irrigazione “a tubo”- prosegue il consigliere provinciale –  nonché la preoccupazione dei coltivatori della zona ai piedi di Pacentro/Via Ancinale e quella della frazione Marane. Si rischia che una disorganizzazione che quest’anno si sta abbattendo come non mai sull’ente pregiudichi i raccolti di centinaia di agricoltori con danni che potrebbero sfiorare le centinaia di migliaia di euro”. Secondo Ramunno l’innalzamento   delle temperature porta l’esigenza di irrigare i raccolti ma gli impianti non sono pronti. “Proverò a sentitre il commissario chiedendo come intende affrontare quella che rischia di diventare una vera e propria emergenza”, conclude il consigliere provinciale, “ Gli utenti pagano i canoni irrigui con regolarità e hanno diritto ad un servizio efficiente, a loro non interessa di fare polemica inutilmente. Viene spontaneo chiedersi a cosa sia servito commissariare un’ente che stava affrontando un percorso di risanamento se ora non si riesce a fornire nemmeno un bene primario come l’acqua?”.