OPERAI DELLA MARELLI SENZA SPOGLIATOI, RIFONDAZIONE RICORRE A PROCURA E ASL: SI SOSPENDA ATTIVITA’ DI LAVORO

Alla riapertura dello stabilimento peligno della Magneti Marelli i lavoratori hanno trovato gli spogliatoi chiusi, perchè così deciso dall’azienda come misura di contrasto al rischio di contagio da coronavirus. Una disposizione che sarebbe in contrasto palese con i protocolli di sicurezza, stabiliti dal dpcm del 26 aprile e dal testo unico su salute e sicurezza sul lavoro. La denuncia del caso viene da Rifondazione Comunista che sulla vicenda ha inviato una comunicazione al Prefetto,  al Servizio prevenzione Asl, all’Ispettorato Territoriale del Lavoro,  al Comune di Sulmona e per conoscenza alla Procura della Repubblica di Sulmona, come fatto in tanti casi nell’intera Regione dall’inizio della pandemia.  “La diffusione del virus covid-19 determina per tutte le aziende un rischio biologico e l’aggiornamento del Documento di Valutazione del rischio. In tutte le attività nelle quali si evidenziano rischi di natura biologica, il datore di lavoro deve assicurare che i lavoratori dispongano dei servizi sanitari adeguati e provvisti di docce ed eventualmente di lavaggi oculari e antisettici per la pelle e che siano messi a disposizione dei lavoratori posti dove riporre gli indumenti possibilmente contaminati separati dagli abiti civili per evitare di trasportare il virus in altri ambienti attraverso gli indumenti di lavoro contaminati. La corretta gestione dello spogliatoio è uno degli elementi fondamentali nella gestione del rischio biologico, viceversa la chiusura dello stesso aumenta e aggrava i potenziali rischi. Infatti il decreto legislativo 81/2008 prevede per gli ambienti di lavoro in cui esiste un rischio di natura biologica, che gli indumenti di lavoro debbano essere “tolti quando il lavoratore lascia la zona di lavoro, conservati separatamente dagli disinfettati e puliti, e se necessario distrutti” ricorda Marco Fars, segretario regionale di Rifondazione Comunista. Rifondazione chiede di applicare l’articolo 2 comma 6 del DPCM 26 aprile 2020. “La mancata attuazione dei protocolli che non assicuri adeguati livelli di protezione determina la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.” Si sospenda la produzione fino all’adeguamento e ripristino degli spogliatoi. “Il caso Magneti Marelli non è isolato, per questo invitiamo le autorità preposte e la Regione Abruzzo a vigilare, procedendo a controlli, basta con l’arroganza padronale e la subalternità istituzionale a Confindustria. Lavoratori e parti sociali facciano valere protocolli e normative, denunciando le irregolarità – conclude Fars – Lo spogliatoio in fabbrica non è una gentilezza degli imprenditori, ma il frutto delle lotte del movimento operaio, oggi codificato dentro specifiche norme. Indietro non si torna, non si può più barattare la salute con il lavoro. Siamo persone non carne da macello”.