FESTA A GORIANO, MESSA DEL VESCOVO SENZA TRADIZIONE DELLA “COMARE DI SANTA GEMMA”
Con una santa messa solenne, celebrata a porte chiuse dal vescovo Michele Fusco e trasmessa in streaming alle 17, su Onda Tv e canali social, la comunità di Goriano Sicoli festeggia oggi santa Gemma, sua patrona. Quella legata alla santa è una delle tante devozioni più rinomate e vive ancora nel Centro Abruzzo. Come resta viva la tradizione, che quest’anno non sarà possibile rinnovare, della “comare di Santa Gemma”. Una ragazza di San Sebastiano dei Marsi, indossando un tipico costume dell’epoca in cui visse santa Gemma, si reca a Goriano Sicoli con i parenti e un gruppo di fedeli nella mattinata dell’undici maggio. La ragazza viene fatta alloggiare nella casa che la tradizione indica come quella di santa Gemma, ospite di una ragazza di Goriano, che svolge lo stesso compito, e per questo divengono come comari. Dopo otto giorni la comare di Goriano si reca a San Sebastiano, dove le viene ricambiata l’ospitalità. Gemma Spera, nativa di San Sebastiano dei Marsi, da bambina si trasferì a Goriano Sicoli con i genitori, e subito diede prova di quella che sarebbe stata la sua santità. Dedita ai digiuni e ad altre penitenze, si distinse per la pietà verso Dio. A dodici anni, rimasta orfana dei genitori, entrò a servizio di una famiglia di Goriano, pascolando le pecore. Gemma si dedicò con grande amore e passione ai compiti che le vennero affidati e la famiglia presso la quale era a servizio la considerò come figlia. Gemma fu tentata dalle minacce e dalle promesse di un nobile prepotente ma conservò con tutta decisione e ferma volontà la sua purezza. Ottenne invece una grazia, quella della conversione dell’uomo che la insidiava, divenuto successivamente difensore della sua verginità. In seguito, per combattere le insidie del demonio, si rinchiuse in una cella solitaria, dove meditando ascoltava la voce del Signore. Ispirata da ardente spirito di carità, si dedicò a sanare odio e inimicizie ed a guarire le infermità dei gorianesi. Gemma, già in odore di santità, si spense l’11 maggio 1426. Fu sepolta nella stessa cella che per quarantadue anni le era servita da eremo. Alla sua morte i gorianesi furono svegliati dal suono delle campane. Per questo e per altri avvenimenti straordinari attribuiti a Gemma essi la invocarono fin da allora come loro patrona. Il culto di santa Gemma è stato approvato con il consenso dalla Congregazione dei Riti da Leone XIII nel 1890. L’insidiatore di santa Gemma fu il conte Ruggero IV di Celano; l’episodio avvenne nel 1384.