CORONAVIRUS, VERSO LA NORMALITA’ O LA NORMALIZZAZIONE?

C’è poco da fare o da dire. Siamo usciti e tutto ciò ci rende felici. Siamo usciti e stiamo fuori, all’aperto cioè,  non perché ce lo abbia imposto il governo o il ministro della Sanità, o ce lo abbia suggerito il virologo di turno, o anche  prescritto il medico di famiglia. Stiamo (in questa caso) sulla splendida ciclabile di Castel di Sangro perché ce lo ha consentito il sindaco, come pure si sta assaporando, anche se in maschera, il tradizionale aperitivo ai “giardinetti” per disposizione di una  sua ordinanza . In questo senso dobbiamo dire grazie al primo cittadino che ci ha riportato alla normalità. Quel poco di cultura che ci viene incontro, o se volete per quei bricioli di ricordi dai libri di storia, fa salire tuttavia alla memoria il tempo dei Comuni e delle Signorie. Il virus che ha ridimensionato le nostre esistenze sul piano personale, sottraendole alla nostra autonomia soggettiva, le ha riconsegnate per tanti versi a un Capo o a un Signore. Non dobbiamo sentirci disonorati o impoveriti. Per due mesi ci siamo sentiti almeno protetti in un tempo in cui la paura ossessionava la nostra quotidianità. Ora finalmente ci sentiamo tutti liberi, o più liberi. E assaporiamo una gioia che mai ci è stato consentito di provare, unica e irripetibile pensiamo. Ma fino a quando? Fino a che il sindaco dirà che sia possibile uscire o muoversi, andare a fare spesa e in quali giorni, come vestirsi o come meglio coprirsi, frequentare quel giardino o evitare la piazza, e rintanarsi a tale ora? Manco più le campane potranno farci compagnia, coi preti e coi monaci obbligati a barattare per i loro fedeli  una messa o una comunione. E’ accaduto qui a Castel di Sangro, come altrove d’altronde . Intanto ce la godiamo in questo lembo estremo dell’Abruzzo dove il primo cittadino ha riportato la normalità nei rapporti sociali, mettendo in fuga il coronavirus e restituendo dignità quotidiana al vivere della gente pur se a colpi di ordinanze, avvisi, divieti e concessioni. E soprattutto senza lesinare aiuti . Un dubbio ci perseguita però.  E’ normalità o normalizzazione qui come altrove? Il sindaco Angelo Caruso ha dimostrato di avere capacità organizzative estreme, tanto da coagulare forze eterogenee su un unico solco aziendalista e per il bene della comunità. La sua figura (almeno a me) ricorda per intraprendenza e fisionomia Deng Xiaoping.  Meglio e più accettabile di tanti altri in Italia. Tutti più sicuri ma tutti normalizzati, allora, ai “giardinetti” come sulla ciclabile! Nella speranza di non incontrare più in là il signor Covid19…           

Luigi Liberatore