MIGRANTI IN PAESE, IL SINDACO DI CARAPELLE SCRIVE A MARSILIO
“È follia pensare di trasferire fino a cento migranti da sottoporre in quarantena in un paese di ottanta abitanti, tra cui molti anziani, con il centro storico ancora distrutto dopo il terremoto dell’Aquila del 2009 e dove c’è un solo dipendente part time in convenzione con il Comune dell’Aquila”. Il sindaco di Carapelle Calvisio, Domenico Di Cesare, da anni alla guida del piccolo comune al centro dell’attenzione per il caso dei migranti da sottoporre in quarantena. Il sindaco di centrodestra incontrerà i vertici della Lega che è insorta contro questa ipotesi: in particolare, il vice segretario, Andrea Crippa, e il coordinatore regionale, il deputato aquilano Luigi D’Eramo. Intanto il sindaco ha scritto al presidente della Regione, Marco Marsilio, alla Asl dell’Aquila, all’assessore regionale al Sociale, Piero Fioretti, dopo aver saputo “della richiesta della Prefettura che ha come oggetto il reperimento di strutture da adibire all’accoglienza dei migranti per la sorveglianza sanitaria e che chiede alla Regione di verificare l’idoneità sotto l’aspetto sanitario a garantire le previste misure di sicurezza”. “Come responsabile della salute dei miei concittadini ho spiegato alla Regione che il Comune non è a conoscenza della volontà di trasferire migranti, e ho chiesto spiegazioni sottolineando che non abbiamo una situazione adeguata per la sorveglianza sanitaria”. Di Cesare chiarisce che la struttura è di proprietà della parrocchia ‘Sacro Cuore’ di Pescara “in passato utilizzata per accogliere gruppi cattolici, boy scout e famiglie per l’estate”. “Se mi avessero chiesto avrei detto che non ho neppure un vigile urbano e nella struttura non c’è neppure una recinzione per contenere i migranti che potrebbero finire nel centro storico danneggiato e quindi pericoloso” conclude il sindaco.