APPELLO DELL’ASSOCIAZIONE IACOZZA: L’OSPEDALE DI SULMONA SIA DOTATO DI STRUTTURE PER CURARE VIRUS

A  fronte di questa grave e straordinaria emergenza sanitaria  i posti in terapia intensiva all’ Ospedale di  Sulmona non verranno aumentati non avendo reparti di malattie infettive. I pazienti di Sulmona vengono inviati all’Aquila o Avezzano. L’associazione “Iacozza” in una lettera aperta all’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì e ai consiglieri regionali Marianna Scoccia e Antonietta La Porta, propone l’inserimento dell’ospedale dell’Annunziata “nell’ambito della previsione di ..ogni altro reparto utile….. in questa pianificazione di riassetto e rimodulazione locale delle attività ospedaliere regionali (vedi circolare pubblicata il 1 marzo 2020 del Ministero della Salute) di riconvertire  le  degenze ordinarie oggi rinvenibili presso l’ex Utic e cardiologia  reparto già predisposto con l’impiantistica per la rianimazione anche  in reparti sub-intensivi  che permetterebbero oggi di ridurre l’affollamento delle terapie intensive nei centri ospedalieri più attrezzati ma soprattutto di fronteggiare la prima emergenza nei territori che ne sono privi, come il nostro”. L’associazione ricorda nell’ordinanza del presidente della Regione “viene sottolineata l’importanza di pianificare in modo efficace la risposta dei soccorsi sanitari portando avanti, allo stesso tempo, un’attività di sensibilizzazione sui comportamenti da adottare in caso di rischio ed è quindi necessario che le rappresentanze politiche di questo nostro territorio, in particolare le consigliere regionali Antonietta La Porta e Marianna Scoccia, si facciano portavoce, lavorino per conseguire l’obiettivo di dotare  l’ospedale di Sulmona di strutture che garantiscano l’uguaglianza dei cittadini in questo caso, in ambito sanitario. Oggi ci sono le condizioni e le necessità. Non ci sono più scusanti o giustificazioni. Apparteniamo ad un territorio montano fragile, economicamente e politicamente debole, con una alta percentuale di popolazione superiore ai 65 anni: non è giusto ed è illegittimo limitare il nostro diritto alla salute”.”Questa popolazione, la popolazione degli ultra 65° non ci sta…..a morire per mancanza di strutture – conclude Enrica Federico, presidente dell’associazione Iacozza -Rinnoviamo pertanto l’appello alle forze politiche e ai rappresentanti delle istituzioni tutte affinchè si adoperino perché facciano di necessità, virtù”.